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Bce e Fmi promuovono le nuove pensioni

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Per la Banca centrale europea sono importanti gli sforzi compiuti, ma occorre andare oltre

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Ma, mentre la «promozione» della Bce è stata data al nostro Paese all'interno delle valutazioni complessive della finanza pubblica di Eurolandia, il plauso del Fmi è rivolto espressamente alle decisioni del governo Berlusconi. Secondo il portavoce Tom Dawson la riforma della previdenza appena varata dal Consiglio dei Ministri è «un passo avanti» per l'Italia. Dawson ha precisato però che l'istituto di Washington «attende ora di vedere la legislazione dopo l'approvazione parlamentare, per un giudizio definitivo». Ciò equivale a dire che il Fmi plaude all'iniziativa intrapresa dal governo, ma attende il testo approvato dalle Camere con gli eventuali emendamenti e correzioni per esprimere una valutazione nel merito. La Bce ha invece sottolineato l'importanza dell'impegno dei paesi aderenti a Eurolandia nella riforma delle pensioni e della sanità. Ciò rappresenta naturalmente il secondo plauso alla politica attuata dall'esecutivo italiano. «Gli sforzi attualmente compiuti allo scopo di avviare importanti cambiamenti nei sistemi pensionistici e sanitari, nonchè in altri settori - dice la Bce nel bollettino di ottobre - rivestono un enorme significato al fine di assicurare la sostenibilità dei nostri regimi previdenziali». Secondo l'organismo monetario di Francoforte la strada delle riforme non si deve arrestare però alle pensioni e alla sanità. Il raggio d'azione, dovrà essere esteso anche al mercato del lavoro e dei beni e servizi in cui «occorre intraprendere ulteriori riforme» per «ridurre le rigidità strutturali» alla base dell'alto livello di disoccupazione presente nell'Eurozona. La Bce prevede per i 12 paesi aderenti alla moneta unica una moderata ripresa economica nel secondo semestre 2003 e l'inflazione sotto il 2% nel 2004. Immediate le reazioni. Per i segretari generali di Cgil, Cisl e Uil il Fmi sbaglia nettamente nella sua valutazione sulla riforma italiana delle pensioni, che è e resta un errore. «Ancora una volta non siamo d'accordo con il Fmi - dice Guglielmo Epifani, segretario generale Cgil -. La proposta di riforma della previdenza non è un primo passo, è un passo sbagliato. Come si vedrà molto presto, la proposta di intervento apre contraddizioni, rigidità, fa saltare il legame fra generazioni. Anche ad una valutazione più attenta il giudizio resta negativo». Quanto alle trattative con il governo, «abbiamo cercato di aprire un confronto che non c'è stato. Di fatto si è aperta una trattativa del governo su se stessa, e questo non è rispettoso». Il segretario generale della Cisl taglia corto: «Riformiamo le pensioni del Fmi». Quanto al confronto con il governo, «abbiamo trattato a lungo sulla legge delega, abbiamo fatte proposte su cui non abbiamo ricevuto risposte. L'unica risposta è stato il cambiamento strutturale della previdenza». Per Adriano Musi, numero due della Uil, un organismo internazionale che fa riferimento ai dati del ministero di un paese, senza avere «propri elementi di giudizio non ha motivo di esistere. Pensavamo che il Fmi fosse in grado di fare proprie analisi e proiezioni statistiche, ma invece non si capisce come possiamo fare riferimento al giudizio di un organismo internazionale che, per elaborarlo, si basa sui dati che gli fornisce il Tesoro italiano».

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