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Fini: «Non possiamo rompere ma verificate carta per carta»

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Gianni Alemanno e Mario Baldassari non aspettano altro e sono già in macchina. Lasciano Palazzo Chigi e si dirigono al ministero dell'Economia per spulciare la Finanziara per vedere se le richieste della destra sono state accolte: fondi alla famiglia, contributi alle imprese, condono ristretto. Dopo un vertice di otto ore a Palazzo Chigi la sfida non è ancora finita. Otto ore di riunioni e tensioni, strappi e ricuciture e alla fine anche un litigio. «Ve l'avevo detto che bisognava dialogare con i sindacati. Invece di fare senza ascoltare, sull'articolo 18 non succedeva tutto quello che è successo», dice Alemanno. Parole che fanno infuriare anche il sempre mite Gianni Letta, che alza la voce, volano parole grosse tra i due, momenti di confronto duro. Poi torna il sereno, con la mediazione di Fini spalleggiato da Maurizio Gasparri. Berlusconi vuol far pace e allora invita il ministro delle Politiche Agricole in Sardegna: un privilegio per pochi. «Il problema resta uno solo: Umberto Bossi», dice uno dei colonnelli di An. E se su questo punto sono tutti d'accordo, il vertice della destra si divide sulle possibili soluzioni. Si ripetono gli schemi di questi giorni. Da un lato Storace, Alemanno, Urso, Matteoli e Nania che vogliono un linea che marchi di più l'identità di An, che faccia in modo che nel governo «si veda la cifra della destra». Dall'altra Gasparri e La Russa che smussano, trattano, mediano: insomma, sono più «coalizionisti». E c'è anche chi vorrebbe un segnale forte. L'uscita dal governo e l'appoggio esterno di An o le dimissioni in massa per provocare il rimpasto. Il vicepremier sa bene che una soluzione del genere «non starebbe in piedi quindici giorni». Adesso, a gennaio si vedrà. O magari dopo. Dopo la firma dei trattati che daranno il via libera alla nuova costituzione europea (il più tardi a maggio a Roma), di cui Fini è uno dei «padri». Che fare allora? Per ora quel che è possibile. «I nostri voti alla Finanziaria sono fuori discussione», spiega un esponente di governo del partito di via della Scrofa. E cercare di mettere sulla manovra le proprie bandierine: soldi alla famiglia in primis. E poi concentrarsi sul dialogo con i sindacati e cercare di imprimere una svolta sociale al governo. «voglio capire però quali sono i nostri grandi successi nelle trattative», dice un altro colonnello. Sullo sfondo la lotta interna ad An. Le due correnti di minoritarie (Nuova alleanza e Destra sociale, assieme potrebbero però ottenere oltre il 50%) sono riunite a Fiuggi: si faranno sentire. Il coordinatore La Russa, che proviene dalla corrente maggioritaria (Destra protagonista), oggi si farà vedere. Un modo per rasserenare il clima. Basterà? F. D. O.

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