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Il giudice impone Santoro su RaiDue il 4 agosto

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L'azienda pubblica presenterà ricorso: «Decisione che lede l'autonomia dei direttori di Rete»

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Lo ha deciso così, senza noiose e complicate riunioni con dirigenti, funzionari, tecnici e registi, il giudice del Tribunale di Roma Massimo Pagliarini. Quello di scegliere i programmi e fissarli sul palinsesto è uno sport che piace molto ai magistrati. E soprattutto a quelli che si dimostrano sensibili alle rivendicazioni dell'ormai martire di viale Mazzini, Michele Santoro, che ha ottenuto ieri un'altra vittoria giudiziaria. Pagliarini ha infatti deciso di rifiutare le richieste Rai e di imporre all'azienda pubblica «di affidare a Michele Santoro la realizzazione e conduzione del programma Circus, in prima serata su Raidue» e di farlo entro «e non oltre il 4 agosto 2003», cioè fra nemmeno 20 giorni... Nella sua ordinanza, Pagliarini scrive che «la Rai continua a non ottemperare all'ordine giudiziale», inadempimento che «si protrae da più di sette mesi». Non solo, ma per il giudice, il giornalista ha manifestato un «intento collaborativo», indicando quelle le tre proposte. Il giudice considera invece il comportamento della Rai «meramente pretestuoso» per quanto riguarda le richieste dell'azienda al giornalista su «garanzie di pluralismo, imparzialità e completezza». Insomma, per il giudice sono eccessive tutte queste geranzie e intima alla Rai di rimandare in onda subito Santoro, come se un programma del genere si potesse fare su due piedi e magari cancellandone un altro già previsto. Corrado Formigli, Riccardo Iacona e Sandro Ruotolo (che dovrà interrompere le sue vacanze a Talamone con Vauro) sono avvertiti. Potrebbero venir costretti metter su un'edizione balneare della Telepiazza. I legali di Santoro, Nicoletta e Domenico D'Amati, soddisfatti escludono «per la Rai la possibilità di ulteriori tergiversazioni». Circa il termine del 4 agosto, indicato dal magistrato come data entro la quale affidare a Santoro la realizzazione di Circus, i legali sostengono che «se non sarà rispettato, gli amministratori della Rai dovranno fare fronte in sede penale alle loro responsabilità». La Rai però non sembra dell'idea di ubbidire e infatti presenterà ricorso contro l'ordinanza, perché «va a ledere l'autonomia editoriale dell'azienda e dei Direttori di rete, sancita dalle normative di legge, e quindi anche i principi della libertà d'impresa». «Quanto alle dichiarazioni dell'avvocato D' Amati - prosegue la Rai - circa le conseguenze penali della mancata osservanza, il prof. Avv. Oberdan Scozzafava, legale della Rai, le considera infondate e dirette solo a condizionare l'autonomia dei vertici Rai. Le reazioni politiche alla decisione del giudice Pagliarini sono ovviamente di opposto tenore. «La magistratura entra a gamba tesa sulle autonomie e sui poteri del consiglio di amministrazione della Rai e dei direttori di rete. L'ordinanza del giudice Pagliarini è una decisione grave, che crea dei precedenti pericolosi», afferma il vicepresidente dei senatori di Fi, e componente della Vigilanza Rai, Paolo Barelli. «Più che la sentenza di un giudice del lavoro sembra un vero e proprio manifesto di solidarietà nei confronti del giornalista più militante», afferma il responsabile informazione di An, Alessio Butti. «Se il giudice ha come sogno quello di fare il direttore di rete - prosegue Butti - tra le varie ipotesi forse è sfuggito il nuovo programma L'isola dei famosi. Sarebbe stata la volta buona per vedere Santoro fare il suo Circus di faziosità su una isola deserta ma sempre in prima serata», conclude Butti. Fabrizio Morri dei Ds invece sottolinea che «ora auspichiamo che il Direttore generale della Rai si comporti come un normale cittadino tenuto a rispettare le leggi dello Stato e i pronunciamenti della magistratura». Al prossimo round.

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