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Il provvedimento domani a Palazzo Madama. Il ministro: «È il primo banco di prova della verifica»

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Il Cda Rai decide su Santoro, la commissione vigilanza inizia da Mimun (Tg1) le audizioni dei direttori dei telegiornali Legge Gasparri in aula, scontro sulle tv

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Tanto che il minitro delle Comunicazioni Gasparri l'ha già definito «il banco di prova della verifica appena avvenuta»: un modo per sottolineare ancora, dopo le polemiche e gli scontri in commissione nei giorni scorsi, con i dubbi di incostituzionalità sollevati dall'opposizione, l'importanza del passaggio rappresentato dal prossimo varo della legge che porta il suo nome e che domani inizia ad essere discussa dall'aula del Senato aprendo un giro di appuntamenti per l'informazione. Per il ddl Gasparri lo spettro è quello di un nuovo «incidente di percorso», come quello che alla Camera ha mandato sotto la maggioranza sull'articolo relativo agli affollamenti pubblicitari e il cui testo è stato poi ripristinato alla Commissione lavori pubblici del Senato. L'opposizione, che ha già protestato per i pochi giorni - dall'8 al 16 luglio - destinati dalla Conferenza dei capigruppo alla discussione, non solo ha annunciato battaglia dura ma ha già depositato un emendamento che prevede incompatibilità con le cariche di Presidente della Repubblica, della Camera, del Senato, del Consiglio, della Corte Costitruzionale, di ministro, sottosegretario, presidente della Regione, della Provincia o sindaco di un comune con oltre 20 mila abitanti per chi è proprietario o controlla tv o concessionarie di pubblicità. È solo uno degli scogli, o delle «montagne da scalare», per usare un'espressione dello stesso ministro, per il provvedimento che deve ridisegnare l'intero sistema radio-tv. Gasparri ha più volte spiegato che il testo non è blindato e che «saranno approfonditi alcuni aspetti che riguardano le questioni principali» (tra queste, anche quella della scadenza dell'attuale cda della Rai, i cui criteri di nomina sono modificati rispetto a quelli attuali dal ddl che va in aula martedì). Al centro dello scontro tra maggioranza e opposizione resta comunque il nodo della diversa interpretazione della sentenza 466 della Corte Costituzionale, quella del passaggio di Retequattro sul satellite, e delle indicazioni del presidente della Repubblica Ciampi sul pluralismo. I senatori intanto domani troveranno davanti a Palazzo Madama una manifestazione di protesta già indetta dalla Slc-Cgil e, nello stesso giorno, è stata convocata una giunta della Fnsi durante la quale il segretario Paolo Serventi Longhi ha annunciato che proporrà «nuove iniziative sindacali di protesta dei giornalisti» chiedendo a «Cgil, Cisl e Uil e alle associazioni del mondo della comunicazione di realizzare momenti di mobilitazione unitaria». E proprio domani, a scaldare il clima, altri due appuntamenti importanti sul fronte dell'informazione: un cda Rai in cui con ogni probabilità viale Mazzini dovrà arrivare ad una decisione sulle tre proposte richieste a Santoro per il suo reintegro (ed effettivamente avanzate in una lettera al presidente Annunziata dal giornalista), alla vigilia dell'udienza dal giudice del lavoro prevista mercoledì; e l'audizione del direttore del Tg1, Mimun, in Commisione di Vigilanza dopo le polemiche su come la testata ammiraglia della Rai ha seguito il caso Berlusconi-Schulz.

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