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Le strade con De Benedetti si incrociano da vent'anni

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La strade dei due imprenditori non smettono di incrociarsi dal 1984, quando Berlusconi acquistò Retequattro da Mario Formenton. Non più di due settimane fa il quotidiano francese «Le Monde» ha comparato i due personaggi e ha scritto su De Benedetti: «Anche se rimane l'influente proprietario di "Repubblica" e "L'Espresso", non è più che l'ombra di se stesso». Il giornale francese, che lo ha intervistato il 4 giugno, ricorda che «i suoi successi furono offuscati da una successione di rovesci: l'imputazione nel fallimento del Banco Ambrosiano legato al Vaticano, l'Opa fallita sulla Generale De Belgique e infine l'espulsione da Olivetti». Nonostante questo quadro, al quotidiano francese De Benedetti spara a zero su Berlusconi in merito al processo Sme: «Troppe menzogne sono state dette recentemente da parecchie persone, in particolare da Silvio Berlusconi», alludendo alla precedente deposizione di Berlusconi al Processo Sme. E pensare che nella scorsa legislatura l'incubo sembrava un ricordo lontano per De Benedetti che dichiarava al suo quotidiano preferito che «la sinistra è maturata. Sta di fatto - spiega il 10 luglio del '98 a "Repubblica" - che al di la delle simpatie politiche di ciascuno, il Paese deve essere comunque grato al terzetto Prodi-Ciampi-Visco». Quando Berlusconi ritorna al potere, l'atteggiamento di De Benedetti diventa più duro. Il 13 aprile del 2002 l'ingegnere chiede quattro miliardi di euro di danni a Silvio Berlusconi. Pochi mesi dopo Enrico Cisnetto svela i piani di De Benedetti contro Berlusconi su «Il Mondo» del 18 ottobre del 2002: «Il ritorno in Confindustria, con l'obiettivo (ma con cattiva scelta di tempo) di attaccare Silvio Berlusconi attraverso Antonio D'Amato», sottolineando che «la motivazione adottata sembra ritagliata su misura per demonizzare il Cavaliere». Tutto questo, mentre i titoli della Carlo De Benedetti Web Tech sprofondano del 98% rispetto al collocamento iniziale. De Benedetti invita «l'Italia civile» a fermare Berlusconi dalle pagine del «Corriere della Sera» del 14 dicembre intervistato da Barbara Palombelli. Ma per capire il processo Sme basterebbe leggere le parole dell'ingegnere nel libro «Per adesso - intervista con Carlo De Benedetti» di Federico Rampini, ed. Longanesi & C., 1999. «Prodi, che aveva pessimi rapporti con Craxi - afferma De Benedetti -, aveva avvisato della vendita Sme solo il proprio partito di riferimento, cioè la Dc. Sul principio aveva ragione il leader socialista e io rimproverai a Prodi quella gaffe. Per ricucire andammo insieme a Palazzo Chigi e in quella occasione Craxi mi disse subito che il prezzo gli pareva inadeguato. Lui odiava sia Prodi sia me, e un accordo tra noi due lo insospettiva oltre ogni misura. Sicuramente era convinto che nell'operazione ci fosse stata una tangente solo per la Dc».

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