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Berlusconi: «Sono pronto alle elezioni anticipate»

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Silvio Berlusconi rilancia. L'ipotesi fatta balenare dall'opposizione di un ritorno alle urne prima della scadenza naturale nel 2006 non imbarazza più di tanto il presidente del Consiglio che, anzi, replica spavaldo: «Penso e spero di arrivare in quel momento ad avere così tante opere realizzate da non essere neppure costretto a fare la campagna elettorale». Proprio ieri ha inaugurato nell'isola di Sant'Elena il sistema integrato Mose per la protezione di Venezia dalle alte maree. E ha subito assicurato che questo non sarà l'unico intervento del governo per la salvaguardia di Venezia e della sua laguna. Due giorni fa, ha ricordato lo stesso Berlusconi, è stato inaugurato il primo depuratore di Milano e hanno preso avvio i lavori di ristrutturazione del teatro «Petruzzelli» di Bari «dopo 10 anni di parole e polemiche»; ieri il via al Mose dopo 37 anni «di dibattiti». Insomma, ha detto il capo del Governo, i progetti escono «dai cassetti e dagli armadi polverosi» e finalmente vengono realizzati. Prossimi appuntamenti, ha ricordato Berlusconi, i trafori del Frejus, del Brennero e del Sempione nonché l'opera simbolo a cui egli tiene maggiormente, il ponte sullo Stretto di Messina. Ma non ci sono solo le grandi opere: il premier ha rivendicato anche il lavoro svolto in politica estera, a partire dalla missione in Turchia «che ha sanato antiche ferite aperte da precedenti governi» con Ankara. E agli esecutivi che lo hanno preceduto Berlusconi ha addebitato anche la «grana» delle quote latte, sulla quale è difficile trovare un'intesa a Bruxelles per gli «interessi» di altri Paesi. Sempre sulla politica estera Berlusconi ha ribadito di considerare «non necessario» un secondo passaggio in Parlamento per la missione dei carabinieri in Iraq, perchè il voto del 15 aprile scorso conteneva già «tutti gli elementi che danno al governo il mandato per agire». Ma è soprattutto sulle «opere concrete per i cittadini» che il presidente del Consiglio punta: «Questo è ciò che avevamo dichiarato agli elettori di voler fare - ha detto ricordando le opere a cui il governo sta lavorando - e questo ciò che noi responsabilmente stiamo facendo. Per me è una soddisfazione particolare ricordare oggi quanto il governo ha fatto». Una battuta infine è destinata ai giornalisti: «Io al massimo faccio qualche battuta - ha detto il premier riferendosi al clima teso delle ultime settimane - ma voi date risalto a cose minimali e non ne date invece al clima instaurato da noi nel Paese e al gran lavoro fatto». «Nonostante tutto questo lavoro - ha concluso il premier - mi sembra che voi corriate dietro a una frase, a una contrapposizione e non vediate la sostanza vera della nostra opera». Ma proprio il clima elettorale sta facendo salire la temperatura dentro la Casa delle Libertà: torna a rumoreggiare la Lega. Il capogruppo del Carroccio alla Camera, Alessandro Cè, attacca quasi a freddo il premier e l'operato di questo governo definendolo «insoddisfacente». «Vogliamo dire al Presidente del Consiglio, con tono pacato ma fermo - detta in una nota Cè - che l'azione di Governo complessivamente non ci soddisfa. Oltre ad attaccare la magistratura politicizzata sarebbe opportuno che il Presidente si preoccupasse maggiormente di garantire un'azione legislativa di qualità migliore rispetto a quella che, recentemente, ci viene sottoposta dal Governo». Un fuoco di fila al quale replica duro il capogruppo centrista alla Camera, Luca Volontè, che rinfaccia alla Lega quella «condotta ostruzionista che, sull'ambiente al Senato e sull'agricoltura a Montecitorio, ha portato alla mancata attuazione del programma di governo». Se An preferisce chiamarsi fuori, un pacato ma deciso invito alla prudenza a Cè viene anche dal portavoce di Forza Italia, Sandro Bondi, che lo invita a non «offrire pretesti all'opposizione per ulteriori polemiche e attacchi al governo».

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