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Pensioni, governo e sindacati tornano a parlarsi

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Proposte al ministro Maroni soluzioni alternative che ora saranno vagliate. Nuova riunione il 5-6 maggio

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Ieri il ministro del welfare, Maroni, ha sentito i leader di Cgil Cisl e Uil, che gli hanno portato i loro «no» alla decontribuzione e al conferimento obbligatorio del tfr nei fondi integrativi, previsti nella delega all'esame del Parlamento, ma anche proposte alternative. Queste, nel loro significato economico e nella compatibilità con la riforma, saranno ora vagliate. Lo scontro sociale, minacciato dai sindacati, non è quindi esploso anche se l'arma dello sciopero rimane sempre carica. Dopo l'incontro le dichiarazioni sono state distensive, ma di una vera e propria schiarita è ancora arduo parlare. Intanto, è stato stabilito un altro confronto il 5-6 maggio. Appare evidente a questo punto che saranno le compatibilità finanziarie e le previsioni a lungo termine a pesare sull'accoglimento o meno delle proposte sindacali e che determinante sarà il responso proveniente dal ministero dell'Economia. Maroni ha definito l'incontro «lungo, molto utile», ha detto che fra le proposte dei sindacati ce ne sono state «alcune particolarmente interessanti che meritano un approfondimento» e che se qualcuna «ci convince possiamo adottarla». Ma, ha aggiunto, resta l'obiettivo «di approvare la delega entro giugno». Secondo Maroni l'incontro «è fondato sulla convinzione che i due obiettivi, innalzamento dell'età pensionabile e sviluppo della previdenza complementare, sono obiettivi condivisi dal sindacato. Abbiamo opinioni diverse su decontribuzione e tfr e su altre questioni minori, su questi punti sono state formulate delle proposte che ci siamo riservati di approfondire». Il che avverrà da qui al 5 maggio, con verifiche anche con altri ministeri. In particolare, Maroni ha detto che la fiscalizzazione degli oneri impropri, proposta dai sindacati in sostituzione della decontribuzione, «è interessante» e «è una proposta coerente con la delega». Quanto all'altro punto dolente, il conferimento obbligatorio del tfr nei fondi integrativi, dà «la certezza di finanziare la previdenza complementare con 12 miliardi di euro», e quindi qualsiasi strumenti alternativo, ha sottolineato, «deve dare la certezza di uno stesso risultato». Il segretario generale della Cisl Savino Pezzotta ha apprezzato il clima dell'incontro: «C'è una disponibilità a discutere», ha rilevato, e il ministro «ha dato la disponibilità ad entrare nel merito»; inoltre, «sui singoli punti non ci sono grandi rigidità». E il segretario confederale Cisl, Baretta ha confermato che il sindacato è «in condizioni di formulare anche nel merito soluzioni utili a realizzare gli obiettivi strategici condivisi e chiudere, con la delega, la riforma della previdenza». Epifani, segretario generale della Cgil, ha dichiarato che l'incontro «è stato interlocutorio e utile per ribadire le nostre critiche. Bisogna avere una risposta prima dall'avvio dell'iter parlamentare della delega e abbiamo convenuto di rivederci il 5-6 maggio per ascoltare l'opinione definitiva che il ministro si sarà fatto».

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