Funerali Ornella Vanoni: Milano si ferma per la sua regina. Folla, lacrime e applausi senza fine
L’ultimo abbraccio di Milano a Ornella Vanoni è stato un tributo corale e intenso, da grande protagonista della cultura italiana. La città le ha dedicato una mattinata di silenzio rispettoso e lunghi applausi, prima al Piccolo Teatro Grassi, dove la camera ardente è rimasta aperta dalle 10 alle 13.30, poi nella chiesa di San Marco, nel cuore di Brera, dove alle 14.45 sono iniziati i funerali. Fin dal mattino, sotto una pioggia battente, migliaia di persone hanno atteso in fila per rendere omaggio alla cantante scomparsa a 91 anni. Gli ottocento posti della chiesa non sono bastati e molti sono rimasti in piedi, mentre il feretro, color noce, veniva accolto da un lungo applauso spontaneo. Nell’omelia, padre Luigi Garbini ha intrecciato ricordi personali e versi delle sue canzoni, definendo la vita dell’artista “inseparabile” dalla storia culturale italiana.
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A rendere la cerimonia ancora più intensa è stato l’omaggio di Paolo Fresu che, su richiesta della stessa Vanoni, ha intonato alla tromba L’appuntamento, riempiendo la navata di un silenzio vibrante. I nipoti hanno poi offerto ricordi commossi: Matteo ha evocato telefonate quotidiane e confidenze, mentre Camilla, con la voce rotta dall’emozione, ha definito la nonna “una musa” e ha intonato Senza fine, trascinando l’intera chiesa in lacrime. All’uscita del feretro, la folla ha cantato Ma mi, la canzone di Strehler tanto amata da Vanoni, trasformando piazza San Marco in un coro popolare. Presenti, tra gli altri, il sindaco Giuseppe Sala, il presidente del Senato Ignazio La Russa, la ministra Anna Maria Bernini e amici storici come Roberto Vecchioni, che ha ricordato l’artista come “un’amica eccezionale” e una voce unica nel panorama musicale.
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Al Piccolo Teatro, nelle due giornate di camera ardente, sono passate circa novemila persone. Tra i primi ad arrivare, Caterina Caselli, che ha definito Vanoni “un’immensa interprete”, capace di scegliere sempre in nome dell’arte e della bellezza. Accanto al feretro, un cuscino di rose gialle donato da Gino Paoli portava una sola parola: “Gino”. Commoventi anche le presenze di Paolo Rossi, uscito in lacrime, e Gianna Nannini, che ha ricordato l’amica come una forza rivoluzionaria nell’allegria. Poco prima della chiusura è arrivata anche Geppi Cucciari, definendo Vanoni “una donna forte, libera, grandiosa”. Milano, con migliaia di persone unite in un silenzio colmo di gratitudine, ha voluto dirle grazie: un addio che conferma quanto profondamente Ornella Vanoni abbia segnato la memoria collettiva e la storia della musica italiana.
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