Mostra del cinema, Avati affonda il corteo pro-Pal a Venezia: “Inutile e offusca i film”
"Ma davvero pensiamo che una marcia a Venezia durante la Mostra del Cinema possa cambiare le cose?": se lo chiede Pupi Avati commentando il corteo pro-Pal a Venezia in un'intervista al Corriere della Sera in cui ha lamentato che si è tolta a Venezia "una ulteriore occasione per parlare di film".
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"Sono sempre stato un cane sciolto", ha sottolineato il regista, "per partecipare a manifestazioni collettive bisogna essere persone che hanno una visione delle cose più omologata. Io, in ogni circostanza, ho sempre cercato di avanzare una mia visione, poi non ce l'ho fatta e sono sempre rimasto alternativo, tutta la vita, politicamente e cinematograficamente. Questo è un prezzo che uno paga per la propria indipendenza. Ma non significa che non abbia un'opinione su quello che sta accadendo".
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"Stiamo vivendo un orrore a Gaza", ha detto Avati, "ma sono disincantato sul fatto che sia sufficiente fare una marcia a Venezia perché le cose cambino. Il cinema italiano soffre un momento di grande debolezza, in generale. Non credo proprio che Benjamin Netanyahu soprassieda rispetto a ciò che sta facendo perché c'è un corteo durante un Festival cinematografico. E, poi, impedire a due attori di partecipare è un'operazione che non aiuta la costruzione di rapporti di pace".
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