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Neonata rapita a Cosenza, "matrice narcisistica": il parere di Bruzzone sulla donna

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La storia di Sofia, la neonata rapita a Cosenza da Moses Omogo Chidiebere, di origini nigeraiane, e Rosa Vespa, italiana, e poi ritrovata dalla Polizia a distanza di poche ore dal sequestro, è stata argomento di dibattito a Dritto e rovescio, il talk-show di politica e di attualità di Rete 4. La donna, che secondo le ricostruzioni ha finto per nove mesi di essere incinta e di aspettare un maschietto, "ha purtroppo partorito un piano alternativo". A dirlo la criminologa Roberta Bruzzone, ospite in studio. Il punto, secondo l'esperta, era rendere la sua versione "credibile agli occhi degli altri perché sono gli occhi degli altri che lei cercava per sentirsi approvata", ha spiegato. 

 

 

Il piano "doveva prevedere una serie di fasi, che si sono prolungate ovviamente per il tempo di una maternità. Si è addirittura spinta a comprare della biancheria mirata alla fase post-partum, che ovviamente non la riguardava È evidente la sua matrice narcisistica, che è lei la parte controllante della relazione", ha continuato Bruzzone. "È possibile che lui (Moses Omogo Chidiebere, ndr), pur di non perdere il legame con lei, l'abbia assecondata in questo piano scellerato. La matrice narcisistica è presente nella donna e siamo nel perimetro della piena consapevolezza", ha concluso la criminologa nella puntata di ieri sera.

 

 

 

In mattinata, però, è arrivata la svolta e la scarcerazione dell'uomo. A disporla, all'esito dell'interrogatorio di garanzia, è stato il gip. "Il mio assistito - ha detto il suo difensore, Gianluca Garritano - è stato creduto totalmente perché lui stesso ha ritenuto credibile la gravidanza portata avanti dalla moglie. Ci sono anche delle foto che ritraggono Moses mentre bacia la pancia della moglie". "Rosa Vespa - ha aggiunto l'avvocato Garritano - aveva un pancione credibile che la faceva sembrare incinta. Ha mostrato al marito anche una lettera di dimissioni dalla clinica". 

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