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Maria Rosaria Boccia scrive a Mattarella: "Svilita e annullata". Poi l'attacco a Meloni

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Oggi, come il 25 novembre di ogni anno, si celebra la Giornata internazionale per l’eliminazione della violenza contro le donne e Maria Rosaria Boccia, l'imprenditrice che ha portato l'ex ministro della Cultura Gennaro Sangiuliano alle dimissioni, ha colto l'occasione per scrivere una lettera al presidente della Repubblica Sergio Mattarella. "Sono una cittadina della Repubblica la cui vita da mesi è sottoposta al tentativo di essere svilita ed annullata da atteggiamenti prevaricatori, favoriti da un particolare e pericoloso sistema d'informazione ancora troppo attento a non pestare i piedi al potere", ha esordito. Poco dopo l'attacco a Giorgia Meloni: "Nel tentativo di salvaguardare le logiche di partito ed alcune scelte infelici è disposta dare in pasto all'intero Paese l'immagine fuorviante di una Donna senza morale capace di chissà quali malefatte". 

 

 

"Dalla fine della stagione estiva – ha scritto l'influencer nella missiva – periodo in cui è esploso il caso che mio malgrado mi ha riguardata, sono costretta ad assistere quotidianamente a una mortificazione della mia persona in quanto donna, senza precedenti. L'interrogativo che mi pongo, e che sento l'esigenza di trasferirLe è comprendere se è possibile che nel nostro Paese possa essere consentito che, laddove una donna raggiunga un obiettivo/traguardo con dedizione e sacrificio, debba alimentarsi il sospetto di una propria ‘leggerezza morale' e dell'usare il proprio essere donna per ‘ritagliarsi il proprio spazio nella società".

 

 

"Sono stata definita poco più che una hostess, un’arrampicatrice, persino il conseguimento del titolo di Laurea è diventato un’invenzione conseguenza del mio essere millantatrice", ha proseguito. Nel mirino dell'imprenditrice campana ci è finita anche la stampa, che, a suo dire, ha dato il via a una "denigratoria campagna d’informazione mediante la pubblicazione di una serie di notizie destituite di ogni fondamento, con il fine di screditare la mia persona e ledere la mia onorabilità e reputazione". Poi, rivolgendosi a Mattarella, ha aggiunto: "Ho deciso di manifestarLe la mia difficoltà affinché possa esserci una maggiore sensibilizzazione e meno ipocrisia nel trattare un tema troppo serio ed importante che richiede coraggio". 

 

 

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