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Il generale Vannacci: "Nuovo partito? Bugie dalla sinistra, non mollo Salvini"

Christian Campigli 
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La sinistra continua a blaterare. Ma il mio posto ora è nella Lega». Così, tagliente come un coltello appena affilato, il generale Roberto Vannacci pone fine alle polemiche sulle sue presunte voglia di lasciare il Carroccio. E formare un proprio partito.

Generale, come commenta queste voci di una sua presunta frattura con Salvini e della creazione di un suo partito?
«Che una certa stampa non ha altro da fare e, così come il 17 agosto di un anno fa cercò di infangare la reputazione di un alto ufficiale pubblicando un articolo altamente denigratorio nei miei confronti, oggi tenta di mettere zizzania fra me, la Lega e il ministro Salvini. Ma io ringrazio Pucciarelli di Repubblica che, evidentemente, non ha imparato la lezione e, come il Bertoncelli dell’avvelenata di Guccini, continua a impiegare il suo tempo amenamente».

Cui prodest queste polemiche?
«La sinistra ci prova, scrivono, parlano, cianciano, blaterano. Se ci fa caso non c’è sera che non ci sia qualcuno che sparla di me su uno dei vari canali Tv. Barra, Poletti e Sabrina Scampini vengono colti da itterizia se per una serata non mi citano, spesso a sproposito. La7 poi - il canale che guardo sempre perché il meno fazioso e più equo dell’etere nazionale- costruisce ad arte le sue trasmissioni intorno al mio nome presentandomi come l’estremista d’Italia. Bene così. Mentre loro ciarlano io incontro sempre più persone che si stringono intorno a me. Così a Pontremoli, il 30 luglio scorso, e così a Tortolì, ieri, con piazze sempre piene e file per selfie ed autografi; così per le strade, nelle stazioni e sulle spiagge. Dicano quello che vogliono, io me ne frego (così avranno modo di sparlare ancora di più dandomi del nostalgico) e continuo a lavorare per il bene dell’Italia, per il futuro dei nostri figli, per lo sviluppo e la prosperità della nostra Patria, perché un domani possiamo ancora essere fieri di essere Italiani e non fluidi figli di un mondo che non riconosco. Il mio posto ora è nella Lega. Il 10 agosto sarò a Pontida e vi sarò anche il 6 ottobre perla grande ricorrenza. Quello che conta è l’obiettivo a cui arrivare, le strategie e le tattiche sono funzionali al fine da raggiungere».

Sta seguendo le Olimpiadi? Che idea si è fatto di pugili donne, con profili muscolari, ossei e cromosomici maschili, che combattono contro comuni donne, seppur allenate?
«È un’assurdità. Le due atlete in questione erano state squalificate ai campionati mondiali dall’IBA nel 2023 dopo i test genetici che ne avevano rivelato i cromosomi XY tipici dell’uomo. Marc Adams, portavoce dei giochi olimpici, ha apertamente detto che i test genetici sono, a suo dire, discriminatori e quindi ha aperto il ring ai due pugili senza che fossero sottoposti a tale tipologia di indagini ma basandosi su altri criteri molto discutibili. Ora le due sono, guarda caso, arrivate entrambe in finale. Essere donna o uomo rileva da test facilmente eseguibili e non può basarsi su una percezione che si vorrebbe prevaricasse la realtà. Se i test genetici sono discriminatori pensiamo quanto possa esserlo la pesata dell’atleta prima di salire sul ring, che ne rivela l’esatto peso. È l’ora di finirla con queste prese per i fondelli, la realtà non può mai essere offensiva e discriminatoria e non può mai prevalere su una realtà che è oggettiva. Se ne facciano una ragione».

Parliamo di Europa: siamo ancora in tempo a fermare la follia green voluta dai Verdi e dalla sinistra che appoggia Ursula von Der Leyen?
«Non sarà facile ma lotterò con tutte le mie forze affinché la follia ambientalista venga fermata e si possa tornare a crescere sia economicamente che socialmente. Gli elettori devono però svegliarsi e capire, soprattutto quelli che hanno votato a sinistra e per tutti quei partiti che sostengono la Commissione von der Leyen, che le prossime decine di migliaia di euro che ogni italiano sarà costretto a pagare per comprare le macchine elettriche, per le pompe di calore, per l’isolamento delle case e per pagare più care le merci a causa dei regolamenti ITC sui trasporti marittimi, sono il frutto della loro scelta all’interno delle urne. Chi ha sostenuto la commissione Von der Leyen ci ha portato ha questo risultato. Tra pochi mesi ci saranno le elezioni regionali in Umbria, Liguria e Emilia Romagna: se votate a sinistra e per quei partiti che hanno sostenuto la von der Leyen assecondate chi vi vuole dissanguare, chi è contrario alle infrastrutture, all’alta velocità, alle strade, ai ponti e alle dighe, chi vuole impedirvi di riscaldarvi con la vostra stufa a legna - come lo avete sempre fatto - chi vi vuole sottrarre il lavoro perché inquina e preferisce che stiate a casa con l’elemosina di cittadinanza e chi vuole che lasciate incolti i vostri campi a beneficio della biodiversità. Pensateci italiani, pensateci. Ma se siete smemorati ve lo ricorderò io, sempre».

Prodi ha detto che Meloni ha sbagliato e che il nostro Paese non avrà peso a Bruxelles. Ha ragione?
«Il nostro Paese avrà più peso quando imporrà la propria visione del futuro e quando difenderà strenuamente i propri interessi nazionali anche a costo di sacrifici e sofferenze. Avete visto cosa è successo in Europa al riguardo dei flussi immigratori irregolari? E anche nella Nato che, recentemente, ci ha negato pure il responsabile del fronte Sud fortemente voluto dall’Italia, assegnando il posto a uno spagnolo? Per tutta risposta abbiamo scritto una vibrante lettera di protesta. Sino ad ora le politiche dell’aggiustamento, del compromesso e dell’inciucio non hanno funzionato. Bisogna cambiare strategia e tattica what ever it takes».

Il governatore Toti è stato costretto a dimettersi per poter tornare libero. È solo una coincidenza o il nostro Paese ha bisogno di una seria riforma della giustizia?
«La magistratura come istituzione fa il suo lavoro e sono sicuro che moltissimi sono i magistrati onesti che servono il nostro paese. Le devianze e le prevaricazioni, tuttavia, esistono dappertutto. Dopo lustri di intenzioni per una riforma della giustizia forse qualche onesto concreto passo in avanti sarebbe il caso di tentarlo».

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