Cerca
Logo
Cerca
Edicola digitale
+

L'Aria che Tira, sul caso Toti si scatena il caos. Scontro Buccini-Parenzo: “Ipocrisia”

  • a
  • a
  • a

Il caso dell’arresto di Giovanni Toti, posto ai domiciliari, viene affrontato con veemenza durante la puntata del 9 maggio de L’Aria che Tira, il talk show mattutino di La7 che vede David Parenzo alla conduzione. Ad un certo punto Goffredo Buccini, cronista del Corriere della Sera, interviene nel dibattito sul governatore della Liguria, facendo una pesante autocritica e andando contro alla strada in cui si stava sviluppando il confronto in studio: “Noi come giornalisti, come informazione, abbiamo un problema di fondo da molti anni, facciamo un’ostensione delle indagini preliminari così clamorosa e senza contraddittorio, perché non c’è la difesa, dando solo la versione della Procura e mai delle difese, da rendere ininfluente il processo. Questa è una perversione del sistema democratico, perché il processo è pubblico e orale e lì il pubblico si deve formare un’opinione, noi invece facciamo formare un’opinione al pubblico sulla fase preliminare delle indagini. Consip insegna”.

 

 

“Ma che dovremmo fare?”, chiede allora Parenzo al suo ospite. Il giornalista risponde così: “Dovrebbero parlare contestualmente anche le difese. Si assumono le posizioni dell’accusa per tre pagine e per dieci righe la posizione dell’avvocato difensore, questa è un’ipocrisia. Non è una critica a te David, è una critica a me stesso. Non è un processo a L’Aria che Tira, ma a me stesso. Bisogna impedire che prima del tempo escano fuori le intercettazioni”.

 


Parenzo non sembra proprio essere d’accordo con Buccini e, con un ampio caos nella trasmissione di La7, prova a spiegare la sua posizione sulla questione giudiziaria: “Almeno poter leggere le motivazioni che hanno portato i giudici a metterlo ai domiciliari mi sembra il minimo sindacale. Io queste cose ho il dovere di leggerlo, per due motivi, perché la gente deve sapere il motivo per il quale un politico di primissimo livello è stato messo ai domiciliari, è fondamentale. Abbiamo provato a chiamare anche l’avvocato”.

 

Dai blog