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L'antifascismo in libreria è un clamoroso fallimento. Scurati e Canfora non sfondano

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L’antifascismo non fa volare le vendite dei libri a lui dedicati. Anzi sembra essere un tema che tira proprio poco. A raccontare dell’andamento dei volumi è il Giornale, che si focalizza in particolare sugli scritti di Antonio Scurati, di Luciano Canfora e di Lilli Gruber, che ha scritto su altri temi ma in queste settimane ha ovviamente cavalcato la polemica mediatica. “Al momento sembra che il potere del teleschermo, soprattutto se ideologico, abbia perso una buona parte della sua capacità di propulsione. Soprattutto se il nocciolo di questa propulsione mediatica è dato da una presunta resistenza al fascismo che non c’è”, l’analisi del quotidiano diretto da Alessandro Sallusti.

 

 

In particolare Scurati non ha sfondato con il nuovo saggio “Fascismo e populismo. Mussolini oggi”: sono 1542 le copie a settimana nell’ultimo dato disponibile e la settimana precedente erano addirittura meno. “Il fascismo non è mai morto” è invece il testo di Canfora, che si deve accontentare di circa 1500 copie ogni sette giorni. “Non farti fottere. Come il supermercato del porno online ti ruba fantasia, desiderio e dati personali”, il saggio di Gruber si ferma a 1865 copie nella settimana di uscita, 2401 in quella seguente, non andando oltre il quinto posto della classifica relativa alla saggistica. Il Giornale cita, per fare un paragone, il libro di Paolo Del Debbio, “In nome della libertà. La forza delle idee di Silvio Berlusconi”, che di copie ne vende 6907 a settimana. L’antifascismo, per combattere un fascismo che non c’è, non funziona neanche in libreria.

 

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