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Mattino5, Capezzone e la tassazione choc per i lavoratori: “Numeri sconvolgenti”

Gabriele Imperiale
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Daniele Capezzone indossa i panni del liberale e inchioda le aliquote “sovietiche” a cui è soggetto il cittadino. Il direttore editoriale di Libero, ospite di Francesco Vecchi e del suo Mattino 5, lo fa dopo aver assistito ad un servizio del programma Mediaset sul boom di chiusure di negozi e attività a seguito dei rincari record registrati negli ultimi anni. Numeri drammatici quelli citati da Vecchi e raccolti da Confcommercio tra il 2012 e il 2023: oltre il 20% in meno di attività di commercio al dettaglio, più del 25% in meno di quelle ambulanti. Numeri che certificano la fine oltre 140mila imprese con i negozi di mobili e ferramenta e quelli di libri e giocattoli in testa.

 

 

Capezzone, che conosce molto bene il tema dato che i suoi genitori avevano una piccola attività di abbigliamento, dopo aver visto i numeri è furente e il suo ragionamento è puntuale: “Si arriva al punto e qui esce fuori il vecchio liberale – esordisce il direttore – calmare la bestia, lo Stato”. Capezzone si rivolge direttamente al suo interlocutore e cita un dato drammatico: “Io vorrei dire una cosa che è un po' sconvolgente Francesco perché non circola molto. Noi siamo un paese in cui una persona fisica – spiega il giornalista sul tema delle tasse – che se uno ha un guadagno normalissimo di 50.000€ lordi l'anno, c'ha una aliquota Sovietica del 43%”.

 

 

 

Il direttore di Libero conclude poi il suo intervento facendo un paragone che spiazza lo studio, gli ospiti e lo stesso Vecchi: ”Per dare un'idea: negli Stati Uniti l'aliquota più alta è al 37%, che scatta per chi ha un reddito di 600mila dollari che al cambio tra mezzo milione di euro”.

 

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