Paul Auster, addio a un gigante della parola. Da Trilogia di New York alla lotta contro il cancro
Un vero gigante della letteratura. È morto a 77 anni il romanziere statunitense Paul Auster, scrittore prolifico e amatissimo, autore o tra l’altro di "Trilogia di New York", forse la sua opera più famosa. Auster è deceduto per complicazioni dovute a un cancro ai polmoni di cui era affetto dal 2022, fase della vita che aveva ribattezzato "Cancerland". A darne notizia è il New York Times. Auster è morto nella sua casa di Brooklyn, si legge sul giornale, che cita un’amica dello scrittore, Jacki Lyden.
Auster era nato Newark, nello stesso New Jersey che diede i natali a un altro gigante contemporaneo come Philip Roth, il 3 febbraio 1947 da genitori ebrei originari dell’Europa orientale. Tra le sue opere più note oltre a Trilogia di New York, Città di vetro, Moon Palace, La musica del caso, Mr. Vertigo, Follie di Brooklyn e 4 3 2 1. Nel 1995, raggiunge la notorietà nel cinema grazie alle collaborazioni con Wayne Wang per Smoke e il suo sequel Blue in the Face. Nel 1998 diresse Lulu on the Bridge, interpretato da Willem Dafoe e Harvey Keitel.
Protagonista della letteratura postmodernista americana insieme ai suoi amici Thomas Pynchon e Don DeLillo, ha saputo raccontare solitudini, angosce e nevrosi dell’uomo di oggi, alla ricerca dell’identità e del significato della propria esistenza. Dopo gli studi alla Columbia University, nel 1970 Auster si recò a Parigi dove lavorò come traduttore fino al ritorno a New York nel 1974. L’esordio letterario furono le poesie e i racconti pubblicati sulla ’New York Review of Books’ e sulla ’Harper’s Saturday Review’. Il suo ultimo romanzo, Baumgartner, era uscito nel 2023 in coincidenza con l’annuncio della sua malattia. In Italia le sue opere sono state pubblicate da Einaudi.