parla il generale

Vannacci, l’intervista: “Non mi vogliono nella Lega? Mi hanno cercato anche altri partiti”

Pietro De Leo

È il pomeriggio di ieri quando Il Tempo contatta il Generale Roberto Vannacci, che continua ad essere il più citato nello scacchiere delle candidature ipotetiche per le elezioni europee. Con un dettaglio ulteriore: l’eventualità di una candidatura del militare-scrittore è tra i punti del dibattito interno della Lega, partito che pare, al momento, in pole per schierarlo in vista di giugno.

Generale, consenta una battuta romanesca: lei è un po’ la "sora Camilla" tra gli ipotetici candidati.
«(ride al telefono ndr) Be’ posso dirle che mi fischiano parecchio le orecchie. Capisco che tutto ciò possa suscitare un certo interesse, e la cosa mi fa piacere. Quando interessi vuol dire che in qualche modo eserciti un’influenza anche se non mi aspettavo una tale popolarità, soprattutto nell’ambiente politico. Però, lo dico con altrettanta sincerità, sto ancora valutando un eventuale impegno in politica, perché è una decisione importante, che cambierebbe la mia vita».

In questi mesi, avrà fatto una valutazione dei pro e i contro di un’eventuale elezione all’Europarlamento. Cosa ha concluso?
«Un "pro" è che si tratta di una sfida, di un impegno all’interno di un’Istituzione in cui una persona può avere un’influenza concreta sul futuro del proprio Paese. E visto che sono un patriota, una persona che lotta, vorrei lavorare per questo obiettivo. Un "contro", invece, è che non ho mai fatto politica, non conoscendo la macchina potrei risultare ininfluente in un contesto che non conosco, nonostante l’impegno e la determinazione nello svolgimento del ruolo».

 



Al momento, la Lega sembra l’opzione principale per una sua eventuale candidatura, su cui Matteo Salvini si è espresso più volte favorevolmente. Lei lo ha sentito negli ultimi giorni?
«L’ho incontrato per caso all’ultima puntata di Quarta Repubblica lunedì scorso, perché lui era ospite di un blocco precedente al mio. Ci siamo solamente salutati, tutto qua. Ma con il ministro Salvini i nostri contatti sono rari. Vorrei smentire la diceria secondo cui siamo in costante contatto per discutere della candidatura. Non è così».

Al di là di questo, però, nella Lega si parla molto di lei. Quegli esponenti legati all’identità originaria del "partito del Nord" sono molto critici sull’eventuale sua candidatura. Lei come la vede?
«Non ho contatti con questi signori, non mi sono mai confrontato con loro. In ogni caso, è un dibattito interno, una questione che devono vedere dentro il partito. Insomma, io sono un po’ uno spettatore esterno a queste cose. Peraltro, quelle che vedo io a tal proposito sono notizie giornalistiche e in questi mesi, soprattutto per ciò che riguarda la mia vicenda, mi sono abituato a fidarmi poco di quello che dice una certa stampa».

Sono anche critiche esplicite. Oggi (ieri ndr) Giuseppe Leoni, uno dei fondatori della Lega, a Repubblica è andato giù duro sull’ipotesi di una sua candidatura.
«Non lo conosco e può dire quel che vuole. È una cosa che non mi turba e non mi impedisce di dormire. Ripeto: sono dibattiti interni, se la vedano loro».

Ci sono ancora opzioni aperte oltre alla Lega?
«Come ho detto più volte, sono stato contattato da altre forze politiche».

Della maggioranza o esterne?
«Mettiamola così, nessuna di sinistra».

 



Sabato prossimo, a Roma, arriveranno chiamati dalla Lega gli altri partiti del gruppo di Identità e Democrazia. Lei ci sarà, magari anche come spettatore?
«È una notizia che mi sta dando lei, per la prossima settimana ho altri progetti».

L’Adnkronos ha scoperto che il suo ultimo libro, "Il Coraggio vince", nelle librerie Feltrinelli non si trova sugli scaffali, ma si può acquistare su richiesta. Si sente discriminato?
«No, io credo nella libertà quindi ognuno fa quel che vuole. Una cosa che risalta è che sia proprio la Feltrinelli a fare così. Questo comportamento, peraltro, conferma la "censura morale" proprio in un luogo dedicato alla cultura dove le idee, i pareri, le argomentazioni di ognuno dovrebbero essere messe a disposizione di tutti. Un libro ha una caratteristica straordinaria, se vuoi lo leggi, altrimenti lo lasci sullo scaffale, ma se nessuno te lo mostra è per toglierti l’opportunità di poterlo leggere».