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Giulia Cecchettin, Santoro e il parallelo con il Medio Oriente: “Massacro che ci tocca meno”

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Michele Santoro è ancora una volta ospite di Giovanni Floris a DiMartedì, il talk show del martedì sera di La7. Il giornalista, che ha da poco annunciato un nuovo progetto politico, viene interrogato su un argomento dal padrone di casa, ma lui sposta immediatamente il discorso, facendo un parallelismo tra Giulia Cecchettin, di cui ieri si sono tenuti i funerali a Padova, e la guerra in Medio Oriente che si sta combattendo a Gaza tra Israele e Hamas: “Credo che tanti di noi stanotte andranno a dormire con questo interrogativo, lanciato da un padre in una Chiesa, 'Come è potuto accadere?' e 'Cosa possiamo fare?’, soprattutto noi uomini, padri figli e le donne, le figlie, affinché non accada mai più una cosa del genere. Un messaggio a tutte le famiglie italiane. Io mi chiedo, com'è possibile che noi tutti sentiamo questa responsabilità di dover cambiare per la storia di Giulia, invece stiamo assistendo ad un massacro di donne, di bambini, di 138 di persone che rischiano di essere abbandonate nelle mani dei loro rapitori, senza sentire la stessa responsabilità. Perché non ci sentiamo responsabili di dover fare qualcosa per far liberare gli ostaggi in Palestina e far finire il massacro di quei bambini?”.

 

 

“Ci sono - prosegue Santoro - migliaia di bambini che si aggirano senza aver più i loro genitori, non sanno dove andare e chi cercare. È un qualcosa di incredibile, uno spartiacque dell’umanità davanti al quale siamo e noi non avvertiamo la necessità di fare qualcosa. Anzi, ci sentiamo impotenti, come se non potessimo fare niente, che il nostro governo non possa fare niente, che l’Europa non possa fare niente e che il dibattito politico in Italia non possa fare niente, perché non c’è un dibattito politico forte tra governo ed opposizione per dire ‘facciamola finita con questo massacro’”. “Non è così complesso dire di fermare le armi”, le parole di Santoro dopo che Floris ha cercato di dare una spiegazione del differente trattamento delle due vicende.

 

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