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Ginevra Bompiani, sospetti choc su Pro Vita: "Quella molotov...", Specchia sbotta

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Prima il sospetto su chi avrebbe messo la molotov, l'ordigno inesploso trovato nella sede di Pro Vita e Famiglia assaltata a Roma durante la manifestazione del movimento femminista. Poi quella che è suonata quasi una giustificazione per l'atto. Le teorie di Ginevra Bompiani, scrittrice e figlia del fondatore della storica casa editrice, agitano la puntata di martedì 28 novembre di Tagadà, il programma di La7. Si parla delle rivendicazioni del movimento femminista nel dibattito che ha seguito l'atroce delitto di Giulia Cecchiettin, uccisa dall'ex fidanzato Filippo Turetta. Bompiani prima allude a presunti legami della onlus alla destra estrema, poi tira fuori una teoria alternativa: "Guardando bene le foto fotografie, ho visto le serrande chiuse...", afferma la scrittrice, "la bottiglia non è esplosa e stava all'interno di una serranda che bene o male non è stata aperta". A quel punto Francesco Specchia, di Libero, salta dalla sedia: "Ma cosa sta dicendo? Che ce l'ha messa la destra?". 

 

Bompiani sembra fare una sorta di retromarcia dalle allusioni dal sapore complottismo, e dichiara di condannare "ogni atto di violenza, quindi condanno anch'io" l'episodio su cui, ricordiamo, indaga la Digos. Detto questo Bompiani afferma che è comprensibile "che ci potesse essere un risentimento di alcune parti della manifestazione contro un movimento che si batte contro tutto quello per il quale si battono le donne" e rilancia i presunti legami della onlus con la destra estrema. Specchia la incalza di nuovo per quella che suona a tutti come una sorta di giustificazione dell'atto gravissimo. "Nessuno giustifica niente, ribatte, però bisogna riportare tutto nelle giuste proporzioni" afferma mentre la conduttrice Tiziana Panella prova a riportare la calma nello studio. 

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