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Giulia Cecchettin, perché è diventato un caso unificante. Galimberti: la sorella Elena

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La storia di Giulia Cecchettin ha scosso l'opinione pubblica fin dalle prime ore, quelle in cui la famiglia ha denunciato la sua scomparsa. Forse l'iniziale idea di una fuga con l'ex fidanzato ha catalizzato l'attenzione dei più. Fatto sta che, da quando è stato diffuso il triste responso delle ricerche, l'Italia e il mondo si sono mobilitati per fare rumore e per scendere in piazza contro la violenza sulle donne. A In Onda, la trasmissione di approfondimento giornalistico di La7, il conduttore Luca Telese ha chiesto al suo ospite Umberto Galimberti: "Perché proprio Giulia è diventato il nome unificante? Ci sono stati tanti omicidi terrificanti, turpi, brutti quest'estate. Perché lei aveva gli elementi per diventare una bandiera unificante?".

 

 

La collega Marianna Aprile ha allora ricordato l'omicidio di Giulia Tramontano, la 27enne uccisa a coltellate mentre era al settimo mese di gravidanza. Il filosofo ha premesso: "Me lo sono chiesto anche io". "La risposta che mi sono dato è che questo delitto è diventato l'occasione per questa manifestazione così imponente per la sorella di Giulia, quando ha detto che il suo fidanzato, amico, assassino, non è un mostro ma un uomo. Questo elemento è stato l'elemento scatenante", ha aggiunto Galimberti. Elena Cecchettin, in effetti, da subito ha parlato ai microfoni di numerose trasmissioni televisive: prima con l'intento di ritrovare la sorella viva e poi per il dolore di averla ritrovata morta. Chi ha fatto sentire la sua voce ha ricordato le parole della sorella della vittima: "Giulia, per te bruceremo tutto". 

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