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Fondi negati al film di Cortellesi, l'Archè da cui nascono le politiche anti governo

Gabriele Di Marzo
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L’Archè, principio di tutte le cose, è stato ossessione dei primissimi filosofi greci. Da dove trae origine tutto ciò che vediamo? Da li in poi un susseguirsi di soluzioni che, ovviamente, contraddicevano quella precedente. Ognuna con l’auspicio, a volte presunzione, di avere la verità in tasca. Tutti con un filo rosso comune: rispondere alla annosa efatidica domanda. Ma partiamo dall’attualità come peccato di concretezza: il Ministero della Cultura ha negato i finanziamenti a "C’è ancora domani", recente film di Paola Cortellesi. Questo il titolo apparso ieri su giornali e social. Ed è verità. L’oggettivo recente successo del film, sia di critica che di incassi, ha poi scatenato anche la fervente critica della rete.

 

 

Il ministero ha fatto un errore, è sbagliato non finanziare questo film. Anche Gennaro Sangiuliano, attuale ministro, è d’accordo: lui, fosse stato ministro, lo avrebbe finanziato. Peccato che, buona parte della fervente critica, abbia attribuito al governo e ministro in carica l’onere del mancato finanziamento. Ma il 12 ottobre 2022, giorno dell’assegnazione dei finanziamenti, era ancora in carica il governo Draghi. Il ministro, che non mi è affatto dispiaciuto, era quindi Dario Franceschini. Sangiuliano avrebbe giurato una decina di giorni dopo.

 

 

Ma come è possibile? Perché questo dettaglio temporale, e quindi di incarichi, non è stato specificato? Semplice: nell’articolo, dal quale tutto ha preso spunto, mancava l’Archè. Mancava il principio di tutte le cose. O forse c’era. Ma molti non sono riusciti a leggerlo. Alcuni sì: perché, anche se non è scritto chiaramente, l’archè c’è sempre. E per scoprirlo non servono i filosofi greci, annidi pensieri e riflessioni. L’Archè è semplice: questo governo, a prescindere, non ci piace. È questo il loro principio di tutte le cose.

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