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Rampini e il patto tra Russia e Arabia Saudita: con il petrolio fregano l'Occidente

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“Un successo notevole e in parte insperato”. E’ questo l’inizio dell’analisi di Federico Rampini dell’alleanza economica tra Russia e Arabia Saudita. In un articolo apparso sul Corriere della Sera il giornalista si sofferma sul controllo del prezzo del petrolio da parte dei due leader, che con tale strategia al rialzo stanno finanziando i propri piani: la modernizzazione saudita e la guerra in Ucraina. “L’asse Riad-Mosca ha vinto finora la sua scommessa, con robusti tagli all’estrazione di greggio che riducono l’offerta e fanno salire le quotazioni. Le entrate saudite dall’export di greggio sono in crescita di 2,6 miliardi di dollari nel terzo trimestre di quest’anno, +5,7% rispetto al periodo aprile-giugno. La Russia a sua volta sta incassando in questo trimestre 2,8 miliardi di dollari in più. La causa prevalente del rialzo del greggio sono i tagli alla produzione concordati dal principe saudita Mohammed bin Salman e dal governo di Vladimir Putin. Arabia e Russia sono le due nazioni dominanti in seno al cartello oligopolistico Opec+, cioè l’Opec allargata alla Russia e ad alcuni suoi alleati” sottolinea Rampini.

 

 

Che spiega come il patto tra i due paesi sia andato a dama: “Il successo è stato pieno, i prezzi del greggio di qualità Brent sono aumentati del 25% in un trimestre, fino a raggiungere i 95 dollari per barile. Alcuni analisti vedono all’orizzonte un barile a cento dollari, con nuove spinte all’inflazione nei paesi consumatori. Per i due registi dell’operazione, la manna dal cielo è indispensabile per realizzare i propri piani. Il principe Mohammed bin Salman ha in corso dei cantieri ambiziosi per la modernizzazione del suo paese. In quanto a Putin, la sua spesa statale è aumentata del 35% nei primi tre mesi dell’anno per sostenere lo sforzo bellico in Ucraina. La coalizione pro-Ucraina puntava a ridurre la capacità di Mosca di finanziare la guerra, con il tetto dei 60 dollari imposto al prezzo del greggio russo. Ma quel tetto non sta funzionando”. L’Occidente non riesce in alcun modo a porre un freno agli avversari geopolitici.

 

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