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Csm, Gratteri scelto come procuratore capo di Napoli: spaccatura nel voto

Nicola Gratteri è il nuovo procuratore capo di Napoli. Lo ha deciso, a maggioranza, il plenum del Csm. Il magistrato, fino ad oggi alla guida della procura di Catanzaro, andrà quindi a ricoprire il ruolo lasciato vacante nel 2022 da Giovanni Melillo, attuale procuratore nazionale antimafia. Sono stati 19 i voti espressi in plenum a favore della nomina Gratteri: tra questi, anche quello del vicepresidente del Csm Fabio Pinelli. Cinque, invece, sono state le preferenze espresse per Giuseppe Amato, procuratore capo di Bologna, e 8 quelle per Rosa Volpe, procuratore aggiunto a Napoli (negli ultimi mesi facente funzioni), anch’essi candidati all’incarico direttivo nell’ufficio giudiziario partenopeo. I 5 voti espressi a favore di Amato sono stati quelli del primo presidente della Cassazione Margherita Cassano, dei togati di Unicost Bisogni, D’Auria e Forziati, e dell’indipendente Fontana. Oltre a Pinelli, tutti i laici, tranne il professor Romboli (eletto in quota Pd) che ha sostenuto Volpe, hanno votato per Gratteri, così come il pg di Cassazione Luigi Salvato, il togato di Unicost Laganà, l’indipendente Mirenda e l’intero gruppo di Magistratura Indipendente. A favore di Volpe, oltre a Romboli, si sono espressi tutti i togati di Area e Domenica Miele (togata di Magistratura Democratica).

 

 

Gratteri lascia la Calabria dopo oltre 30 anni in prima linea nella lotta alla ’ndrangheta passando nell’ufficio inquirente più grande d’Italia. Il magistrato veste la toga dal 1986 e ha sempre svolto funzioni in uffici giudiziari calabresi: prima come giudice al tribunale di Locri, dove, dal 1991, ha iniziato la sua carriera di pubblico ministero, ruolo svolto poi anche alla Procura di Reggio Calabria (di cui nel 2009 è diventato procuratore aggiunto), fino all’incarico direttivo di capo dei pm di Catanzaro svolto dal 2016 a oggi. Nel suo curriculum numerosissime e rilevanti indagini antindrangheta, tra cui spiccano quella sulla strage di Duisburg del 2007, e la maxi-inchiesta, in anni più recenti, denominata ’Rinascita Scott’. La sua esperienza nel contrasto alla criminalità organizzata viene definita «ampia e profonda», soprattutto nella sua dimensione nazionale e transnazionale.

 

 

Di Gratteri, in particolare, nella delibera approvata oggi dal Csm si mette in luce «l’indiscusso valore», l’«assoluto rilievo dell’esperienza professionale maturata», il «prestigio di cui gode negli ambienti giudiziari e forensi, l’impegno e la passione spesi in modo costante nel lavoro giudiziario». E ancora: «l’esercizio ultratrentennale di funzioni inquirenti e requirenti nella materia del contrasto alla criminalità organizzata» di Gratteri, secondo Palazzo dei Marescialli, «palesa l’esistenza di una conoscenza vastissima e profonda dei fenomeni criminali e degli strumenti investigativi più efficaci».