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Alberto Veronesi tuona contro la sinistra: degenerazione della musica colpa dei radical chic

Christian Campigli
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Una battaglia portata avanti contro l'ipocrisia della sinistra. Che, in Italia, impone da sempre modelli culturali. E pretende che, chi non si adegua, venga sbattuto fuori dal "sistema". Il maestro Alberto Veronesi è certamente una delle vittime di questo metodo. Ma l'artista ha deciso di non abbassare la testa. E, al contrario, di rilanciare. "Non ho fatto a tempo a lanciare Save Opera, l'associazione europea per la tutela degli autori dell’opera lirica, che sono stato coperto da richieste di adesione, 300 in un pomeriggio, e continuano ad arrivare. Ancora oggi leggo di alcuni critici e illustri musicologi che si dilettano nell’insulto a Veronesi. Prego loro di affrettarsi a moltiplicare gli insulti, e farlo subito, perché fra poco avranno poco da insultare, saranno travolti dalle contestazioni delle persone, del pubblico, che non ne può più di vedere al posto dei personaggi dell’opera: nazisti, palestinesi, imbianchini, bagnini, infermieri, gay pride, massaggiatrici, incesti, aborti, carri armati (che sparano), centri benessere. È ora di dire a questi illustri radical chic, che difendono la degenerazione della musica, che vivono fuori del mondo vero, fatto del pubblico; essi vivono in un mondo dove invece di sostenere i fondamentali della musica: fedeltà al testo, sostegno dei giovani, incentivo alle giovani orchestre, incentivo alle bande, incentivo ai professori d’orchestra e agli artisti lirici, ripristino delle compagnie di balletto tagliate, si gettano i soldi dei contribuenti in allestimenti milionari con lo scopo di violentare il testo degli autori dell’opera italiana ed europea". 

 

 

Un sistema che ha costretto, nel corso dei decenni, molti artisti a dover chinare la testa. Pur di lavorare. "Io personalmente non mi spavento per qualche insulto dei radical chic, esteti da salotto che nessuno ricorderà fra due mesi. Cento anni fa La Scala e Toscanini riformarono il mondo degenerato dell’opera, stabilendo la sacralità dell’opera e del concerto - ha aggiunto il maestro Veronesi -. Oggi come ieri è necessario riporre mano alla degenerazione attuale e ristabilire i fondamentali della musica e della lirica: la gente, almeno la stragrande maggioranza, è con chi vuole riformare questo mondo". 

 

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