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Chi è l'erede di Re Carlo? Spunta la società segreta per gestire il patrimonio

Alessandra Zavatta
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Una società "segreta" ha  gestito per trent'anni il patrimonio della regina Elisabetta e di Carlo. Quando era ancora principe di Galles, Carlo era tra i cinque membri della Famiglia Reale beneficiari della società Bank of England Nominees. Una company creata, secondo i documenti rivelati dal quotidiano britannico The Guardian, “per mantenere riservate le partecipazioni azionarie dei Windsor e impedire la divulgazione pubblica degli investimenti della regina Elisabetta”.

La società è stata creata nel 1977 ed è stata liquidata nel 2011 dal governo dopo che i funzionari di Whitehall hanno descritto come "difficile da difendere" la posizione di Bank of England Nominees. Oltre Elisabetta e Carlo, ad utilizzare la compagnia top secret, sono stati anche il marito della sovrana, principe Filippo di Edimburgo; il figlio Andrea, e la sorella Margaret.

“La sovrana - scrive The Guardian - all’epoca fece pressioni sul governo per modificare un progetto di legge al fine di consentire ai Windsor di nascondere al pubblico le dimensioni e il valore delle partecipazioni nel capitale di aziende britanniche”. Mentre ai ministri e ai parlamentari inglesi era richiesto di dichiarare pubblicamente tutte le azioni possedute.

Ma come nasce Bank of England Nominees? Nel 1973, una proposta di legge per rendere più trasparenti le partecipazioni societarie avrebbe consentito il controllo da parte dei sudditi delle finanze di Sua Maestà. I documenti ritrovati negli archivi, riportano i giornali britannici, “hanno rivelato che l’avvocato personale della regina si allertò alla proposta e informò Downing Street che la monarca non gradiva che il pubblico scoprisse quali partecipazioni aveva e in quali società perché sarebbe stato "imbarazzante". Così venne introdotta nella legislazione, come soluzione, una clausola che consentiva al governo di esentare determinate aziende dall'obbligo di dichiarare l'identità di determinate categorie di azionisti, come Capi di Stato, governi stranieri e organizzazioni internazionali”.

E così per più di tre decenni, tale schema ha impedito di sapere quali delle azioni possedute dalla società "segreta" fossero detenute per conto dei membri della Famiglia reale. Al contrario di quanto accade in altre monarchie europee, dove re, regine e principi rendono noti i rispettivi patrimoni. Un portavoce di Buckingham Palace si è limitato ad affermare che gli accordi finanziari privati dei membri della Casa reale "rimangono appunto "privati" come per qualsiasi altra persona".

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