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Chi ha approvato il Pnrr in Italia, cosa sa Bernabè: "Errore colossale sui fondi"

Giada Oricchio
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I progetti del Pnrr e l’impossibilità accertata dell’Italia a utilizzare tutti i 209 miliardi messi a disposizione dall’Unione europea. Siamo in ritardo sul Piano nazionale di ripresa e resilienza ed è cominciato lo scaricabarile: è colpa dell’ex premier Giuseppe Conte che ha chiesto troppi soldi pur sapendo di non poterli spendere, no è colpa dei ritardi accumulati dal governo Draghi (che sarebbe molto indispettito per questa narrazione di FdI, nda), no è l’esecutivo Meloni a non essere all’altezza. Se ne parla a “Omnibus”, trasmissione del mattino su LA7, venerdì 31 marzo. La conduttrice Alessandra Sardoni ha domandato ai suoi ospiti se il Pnrr si sta trasformando da grande opportunità a catastrofe o se la situazione è raddrizzabile.

Il manager Franco Bernabè ha risposto pragmatico: “Il tema non va affrontato in termini emotivi o di strumentalizzazione politica. Non credo che l’Italia sia un osservato speciale. Che non fossimo in grado di spendere questi soldi era noto fin dall’inizio. Lo stupore semmai era come mai l’Italia, a differenza dei Paesi che avevano chiesto solo i contributi a fondo perduto, si fosse imbarcata in un programma di investimenti colossali che non è in grado di reggere e attuare”.

Dal ragionamento si evince che l’errore è stato a monte: non si dovevano chiedere 209 miliardi. Bernabè, infatti, ha spiegato che l’Italia è capace di mettere a terra al massimo una ventina di miliardi di investimenti pubblici all’anno, quindi passare da 20 a 50-60 miliardi di euro era “ridicolo e irragionevole”.

“L’idea 4 anni fa era sventolare tanti soldi da portare a casa, dire che noi eravamo i grandi beneficiari, ecc. La prudenza avrebbe imposto di gestire una cosa ambiziosa ma ragionevole” è l’attacco frontale del dirigente all’allora presidente del Consiglio, Giuseppe Conte. Al contrario, Bernabè ha assolto Mario Draghi: “Si era impegnato a dare soddisfazione all’obiettivo annunciato da Conte. Si è fatto carico di quanto promesso e non lo ha smentito”. Anche per evitare una brutta figura all’Italia.

L’ex presidente di Acciaierie Italia ha concluso con un consiglio a Giorgia Meloni: “Non deve preoccuparsi di raccontare una storia diversa dalla realtà. Il Paese ha enormi difficoltà a costruire un progetto di spesa efficiente e funzionale – ha ribadito Bernabè -. Adesso c’è il problema della terza e quarta tranche? Eh sì, ma la strumentalizzazione politica non serve a nessuno e non fa bene all’Italia. Maggioranza e opposizione devono prendere atto che ci sono problemi strutturali da affrontare nel lungo periodo. Su questo deve concentrarsi il Pnrr”.

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