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Rischio guerra per l'Italia, Rampini a valanga. E stronca Conte

Giada Oricchio
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La Camera ha approvato la risoluzione di maggioranza relativa alle comunicazioni della presidente del Consiglio Giorgia Meloni sul Consiglio europeo in programma domani e dopodomani a Bruxelles. In Aula il confronto tra governo e opposizioni è stato acceso, in particolare sull’invasione dell’Ucraina da parte della Russia. Il leader del M5s Giuseppe Conte ha accusato la premier: “Ci state trascinando di gran carriera in guerra. È vero ci mette la faccia, ma è una faccia di bronzo. Le armi che inviamo sono sempre più pesanti. Si ragiona di ammassare centinaia di migliaia di soldati Nato al confine. Lei sta portando l'Italia in guerra con un piglio coraggioso”.

Affermazioni destituite di ogni fondamento secondo Federico Rampini, inviato del Corriere della Sera. In collegamento con la trasmissione di LA7 Tagadà, mercoledì 22 marzo, il politologo ha liquidato come “fantasiose” le frasi di Conte: “È una forzatura dire che l’Italia è in guerra. Noi c’entriamo pochissimo. Anche dal punto di vista economico il nostro apporto all’Ucraina è pressoché invisibile. Faccio un esempio: l’America dall’inizio della guerra ha speso lo 0,2% del suo Pil in armi e aiuti all’Ucraina. E fa un multiplo degli europei. La verità è che quello che l’Italia ha speso per la guerra, lo ha speso per sé stessa cioè gli aiuti alle famiglie italiane e alle imprese per attutire l’impatto del caro bollette. È questa l’unica vera spesa sostanziale”.

Secondo Rampini, l’Italia ha speso per proteggersi dalle conseguenze dirette e indirette dell’invasione: “Per descriverci come un Paese in guerra ci vuole molta, molta immaginazione”.

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