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Autonomia differenziata, Giuli stronca la giurista Anna Falcone: "Tutto da verificare"

Giada Oricchio
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Il Consiglio dei ministri ha dato il via libera al ddl sull’Autonomia differenziata: la Lega esulta per la “giornata storica”, ma l’opposizione insorge e promette battaglia in Parlamento. Se ne parla a “Otto e Mezzo”, il talk politico di LA7, giovedì 2 febbraio.

La giurista Anna Falcone dà un giudizio negativo del testo presentato dal ministro per gli Affari Regionali, Roberto Calderoli: “Con l’inizio di questo percorso rischiamo il girone Z, ci saranno ancor di più cittadini di serie A e serie B. Meloni vede un’Italia più forte? Ricordo che nel 2014 ipotizzava di eliminare le regioni perché non funzionavano bene e avevano creato disuguaglianze”.

Secondo Falcone, le dichiarazioni della premier su unità e coesione sono smentite proprio dal disegno di legge perché prevede che i livelli essenziali delle prestazioni su uguali diritti civili e sociali (con i corrispondenti servizi) vengono decisi dal fragile strumento dei DPCM, ma non finanziati. “Senza soldi non si garantiscono i diritti. Dopo la pandemia dovevamo lavorare sull’unità, ce lo chiedeva anche l’Europa” ha affermato la costituzionalista prima di sbottare: “Mi si perdoni il termine, ma questa è una marchetta elettorale data alla Lega per aiutarla alle imminenti elezioni regionali (in Lombardia, nda). Però rischia di squilibrare i rapporti tra regioni e precipitare il Paese”.

Di tutt’altro avviso Alessandro Giuli, presidente del Maxxi. Il giornalista non è pessimista per un semplice motivo: “È tutto ancora da verificare, è solo un primo passo”. E ribatte enfatizzando l’espressione colorita usata da Falcone: “Quand’anche fosse una marchetta, come ho sentito dire, sarebbe da esaminare, emendare e far marciare parallelamente a una riforma costituzionale che riguarda il premierato o il semipresidenzialismo”.

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