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Qatargate, la confessione di Bernabè a Otto e mezzo. Lilli Gruber sgrana gli occhi

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Il presidente di Acciaierie d'Italia Franco Bernabè è tra gli ospiti della puntata di venerdì 16 dicembre di "Otto e mezzo" dove si parla di Qatargate. "È una spada di Damocle per i partiti e per le istituzioni questa inchiesta, che segnali di allarme sono e per chi?" domanda la conduttrice Lilli Gruber. "Io temo che l'Italia sia più permeabile di altri Paesi a queste interferenze straniere, più di quanto si pensi" risponde Bernabé che rivela alla giornalista un aneddoto inquietante a dimostrazione di quello che sta sostenendo: "Ne ho un'esperienza diretta, riguarda un episodio di quando ero amministratore delegato dell'Eni". E racconta: "Nel '93 subisco pressioni incredibili dai politici per favorire una combinazione tra l'Eni e l'Elf, (omologa francese ndr). Io la respinsi con molta forza ma non riuscivo a capire questa convergenza di interessi per un'operazione che a me sembrava così bislacca. Nel 2000 poi a Parigi - ricorda Bernabè - in libreria trovo un libro che si intitola I soldi segreti in cui una persona legata agli 007 francesi racconta come nel '93, appunto, avesse cercato di influenzarmi per favorire questa combinazione".

Gruber quindi lo interrompe per evidenziare ai suoi telespettatori come "nel 93 siamo in piena Tangentopoli". "Io credo che in Italia - riparte Bernabè - il problema sia la scarsa disciplina che viene esercitata dai leader di partito nella selezione della classe dirigente, il caso di Soumahouro ne è un esempio" affonda il presidente. "La permeabilità di influenza dei servizi stranieri è molto profonda. La Cia alla fine degli anni '80 aveva indicato come obiettivo principale - dopo la caduta del Muro di Berlino - la difesa economica degli Stati Uniti: così più o meno tutti i servizi si sono orientati da quel momento più alla difesa economica che a quella politica. Non parliamo poi di Paesi che hanno un ingente quantità di denaro". E avverte: "Credo che il problema più importante dei partiti oggi sia recuperare questo tipo di attenzione". "Si allargherà il Qatargate?" domanda la giornalista che non può fare a meno di sgranare gli occhi durante il racconto del suo ospite e poi di annuire trovandosi d'accordo con il suo ragionamento. "Io non penso che riguardi solo il Qatar - avverte Bernabè - Penso sia un problema endemico dell'Italia che è uno dei più deboli per la sua instabilità politica". 

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