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Il ritorno di Alessandro Di Battista: spara a zero su Juventus, Lotito e Pd

Carlantonio Solimene
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Per sua stessa ammissione, Alessandro Di Battista mancava dalla Camera dalla fine della sua esperienza da deputato, nel 2018. Vi ha fatto ritorno ieri, per partecipare nella sala stampa di Montecitorio alla presentazione del libro di Stefano Baudino «La mafia non è una cosa da adulti». E ha confermato, l'ex pasionario grillino, di non essere cambiato neanche di una virgola: sempre stentoreo e velenoso nei suoi giudizi tagliati con l'accetta, diversamente dai colleghi che il Palazzo non l'hanno abbandonato e che hanno imparato a fare i conti con le fatiche della mediazione. Così, in un pugno di minuti, Dibba se l'è presa con gli ex parlamentari che, a differenza sua, continuano a frequentare Montecitorio «perché vengono a scroccare la connessione». Poi con la Juventus che «un anno di serie B se l'è già fatto e se fossero vere determinate cose, dei titoli che gli sono stati assegnati, che teoricamente sarebbero stati vinti sul campo, gli dovrebbero essere tolti».

 

 

Poi con Claudio Lotito il cui emendamento per spalmare i debiti «è una vergogna. L'economia sta andando a picco e si pensa a spalmare i debiti delle squadre di calcio. La Lazio? Muriqi non l'ho comprato io a 30 milioni...». Infine con il Pd che «se si sta annientando non è una cattiva notizia. Senza il Pd questo sarà un Paese migliore». Insomma, in pochi minuti una summa del Dibba «pensiero». Che poi, per i detrattori, è solo l'agitarsi di chi parla, protesta, critica, ma al momento di sporcarsi le mani lascia il posto agli altri. Guai a confondersi con la «Casta»...

 

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