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Parlamento italiano oggi, la XIX Legislatura come meno donne

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Meno donne nella nuova Legislatura. Secondo l'analisi di "PoliticalData" la Legislatura che si apre oggi vedrà una minore partecipazione femminile. La presenza delle donne si riduce, per quanto riguarda la Camera dei Deputati, dal 37% della passata Legislatura al 32%. Maglia nera in fatto di presenza femminile alla Camera il gruppo della Lega che conta 18 deputate su 66 membri del gruppo: ciò lo rende il gruppo di Palazzo Montecitorio con la minore presenza femminile, dal momento che la percentuale si ferma al 27%. Non va molto meglio il gruppo di Forza Italia in cui la componente femminile (13 su 45 eletti) si attesta al 29% e Fratelli d’Italia in cui le donne rappresentano il 31% del gruppo Camera. Il Partito Democratico – dove sul tema si è sviluppato già un acceso dibattito – totalizza una percentuale del 31% (22 deputate su 68 eletti). Non molto meglio vanno gli alleati di Verdi-Sinistra con il 33% di donne. I gruppi con la maggior presenza femminile sono il Movimento 5 Stelle (44% di donne) e quello di Azione-Italia Viva (43% di donne).

Quanto a presenza femminile non sono troppo diversi i dati del Senato anche se in questo caso la maglia nera di gruppo più ‘maschile’ tocca a Forza Italia che ha eletto solo il 22% di senatrici sul totale di 18 eletti. La Lega fa invece meglio che alla Camera (ha eletto 11 donne pari al 38%), Fratelli d’Italia invece peggiora il dato della Camera (le donne sono il 27% dei senatori). Il Pd conferma sostanzialmente la percentuale della Camera (31%) mentre il Movimento 5 Stelle la supera raggiungendo la perfetta parità (14 senatrici su un complesso di 28 eletti). Azione – Italia Viva al Senato è invece un gruppo decisamente al femminile: qui infatti le senatrici battono i senatori 5 a 4.

Complessivamente (fra Camera e Senato) la presenza femminile si attesta a quota 198 su 600 eletti totali, pari al 33%. Il gruppo con minore presenza di donne (nel totale dei due rami del Parlamento) è Forza Italia che si ferma a 17 elette su 63 (il 27%). Il gruppo più al femminile è invece quello di Azione (47%) tallonato dal Movimento 5 Stelle che totalizza il 46% di elette.

Crolla il tasso di "ricambio"
È probabilmente un effetto collaterale della riduzione del numero dei Parlamentari elettivi, passati da 945 a 600: nelle nuove Camere prenderanno posto molti deputati e senatori di lungo corso. È infatti crollato, rispetto alla precedente legislatura, il tasso di ricambio. 

Le new entry totali fra Camera e Senato sono infatti 256, pari al 44%. Nella passata legislatura (la diciottesima) i nuovi arrivi (secondo le statistiche dei siti ufficiali di Camera e Senato) si attestarono per la Camera al 64% e per il Senato al 61%. Un crollo di quasi 20 punti percentuali. 

Nel dettaglio, non stupisce che la migliore performance sia quella di Fratelli d’Italia dal momento che ha quadruplicato i suoi consensi (il 64% dei deputati del partito di Giorgia Meloni sono al primo mandato); ad andare molto peggio sono invece i suoi alleati. 

La Lega è il gruppo più ‘conservativo’ alla Camera: i nuovi deputati sono infatti solo il 27%, contro il 33% di nuovi ingressi di Forza Italia. Piuttosto basso il tasso di ricambio anche di Azione-Italia Viva: dei suoi 21 deputati solo 6 (pari al 29%) sono i nuovi. Vanno meglio i partiti del centro-sinistra: il tasso di nuovi ingressi del Partito democratico è al 41%, mentre quello dell’Alleanza Verdi-Sinistra arriva al 58%. Il Movimento 5 Stelle (nel quale si applica la regola del doppio mandato) le new entry alla Camera sono pari al 38%.

Per quanto riguarda il Senato i dati peggiorano per quasi tutti i partiti, tanto che il tasso di ricambio scende al 40%. Complessivamente (tabella 2 bis) la percentuale di ricambio scende al 43%: la Lega si conferma il partito con il minor tasso di ricambio (il 23% dei parlamentari leghisti è di prima nomina), seguita a ruota da Azione-Italia Viva (il 27%) e da Forza Italia (fra gli azzurri la percentuale di nuove leve arriva al 29%). 

Un Parlamento esperto. Il numero di legislature
Conseguenza del basso tasso di ricambio è l’alto numero di legislature medio per ogni parlamentare eletto. Sia alla Camera che al Senato, il gruppo più ‘esperto’ è quello di Noi Moderati, con rispettivamente 1,86 e 4 legislature a testa per membro. Segue, a Palazzo Madama, Forza Italia con 2,83 legislature mentre a Montecitorio la medaglia d’argento è di Azione Italia Viva (1,67 legislature in media). I gruppi meno esperti? Quelli di Alleanza Verdi-Sinistra, Movimento 5 Stelle e Fratelli d’Italia che, né alla Camera né al Senato, toccano quota 1.  In questi calcoli sono state considerate anche le legislature al Parlamento Europeo. 

Considerando le due Camere nel loro insieme, in media, ogni parlamentare ha più di una legislatura alle spalle e sempre Alleanza Verdi-Sinistra, Movimento 5 Stelle e Fratelli d’Italia – vuoi perché non rappresentati nella scorsa legislatura, per la regola dei 2 mandati o per l’incredibile balzo elettorale – sono le uniche formazioni al di sotto di questa soglia.

Ma chi poteva essere il recordman di legislature se non Pierferdinando Casini? Per lui, per la prima volta in quota Pd, già 10 esperienze tra Camera e Senato. Alle sue spalle un trittico di inseguitori, i leghisti Bossi e Calderoli accompagnati da Ignazio la Russa per Fratelli d’Italia. Si Ferma invece a 7 legislature Maurizio Gasparri di Forza Italia. Nel terzo polo la parte del leone la fanno gli esponenti di Italia Viva Roberto Giachetti alla Camera (5 legislature) e Daniela Sbrollini al Senato (3). Possono vantare lunghi trascorsi romani anche gli esponenti della quarta gamba del centrodestra Cesa, Lupi, Romano, Biancofiore e De Poli, con 4 legislature già trascorsi nelle aule parlamentari.

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