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Vittorio Feltri decreta la fine di Luigi Di Maio: astro morente della politica, torni allo stadio

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“Luigi Di Maio da astro nascente è diventato in fretta astro morente, avendo abbandonato il Movimento 5 stelle per fondare un suo partitino di cui nessuno ricorda il nome essendo questo defunto nella culla”. Inizia così l’articolo di Vittorio Feltri dedicato al ministro degli Esteri apparso sull’edizione dell’8 ottobre di Libero. Il direttore del quotidiano continua poi il suo ritratto sull’ormai ex parlamentare: “La vicenda di Luigino mette tristezza anche a chi lo ha combattuto. Nessuno pensava che sarebbe sparito dopo essere stato protagonista nel complicato mondo dei senatori e dei deputati”. 

 

 

Si passa quindi a parlare del reddito di cittadinanza - “un mensile ai nullafacenti” - su cui Feltri si scaglia a tutta forza: “Lo stipendio agli sfigati e ai lazzaroni è stato il capolavoro legislativo tenuto a battesimo da Luigino, naturalmente napoletano, un ragazzo che molti hanno sfottuto ingiustamente in quanto prima di entrare nel Palazzo era entrato allo stadio partenopeo a vendere bibite e piccoli prodotti alimentari. La qual cosa invece gli fa onore, perché non esistono lavori umili, ma lavori tutti dignitosi per qualsiasi uomo o donna. Il problema è che il giovanotto adesso, essendo disoccupato poiché ha perso il seggio, per guadagnarsi da vivere dovrà inventarsi un mestiere. In attesa di trovarlo gli consigliamo di accedere al reddito di cittadinanza che sembra inventato apposta da lui per se stesso. Quando un uomo cade in disgrazia noi non ci accaniamo su di lui, una questione di stile cui non rinunciamo. Pertanto - chiosa Feltri - gli auguriamo di avere presto una occupazione di alto livello e allo stadio ricominci ad andarci per vedersi le partite di calcio e non per abbeverare gli spettatori”.

 

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