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Elezioni, Giorgia Meloni da Mentana asfalta Di Maio: "Agli Esteri? Un ministro serio"

Giada Oricchio
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“Uno serio”. Giorgia Meloni chiude le porte della Farnesina a  Luigi Di Maio. La leader di Fratelli d’Italia ha rilasciato un’intervista a Enrico Mentana, conduttore dello speciale “L’ultima parola” in vista del voto di domani 25 settembre. La guerra in Ucraina, la linea atlantista, i rapporti con l’UE e gli USA, la crisi economica internazionale impongono al nuovo governo di scegliere una figura dall’alto profilo per guidare il delicato Ministero degli Esteri. Alla domanda del direttore Mentana: “Chi avrebbe agli Esteri un eventuale governo Meloni?”, la leader di FdI non si è sbottonata, ma ha risposto lapidaria: “Uno serio”.

Una chiara scarsa considerazione di Di Maio. Poi ha aggiunto: “Un tecnico o un politico? Questo lo vedremo dopo, io punto ad avere il meglio in qualsiasi ambito. Siamo in una situazione talmente difficile e avremo talmente tanti fari puntati che non ci possiamo permettere sbavature ed errori. Sicuramente non immagino un governo fatto con il manuale Cencelli e con i compromessi”. L’ex ministra della Gioventù vuole un governo di legislatura e il centrodestra proporrà nomi così validi e affidabili che il presidente della Repubblica Sergio Mattarella  non muoverà alcuna obiezione: “Credo di no, poi bisogna vedere i risultati delle urne e decidere con gli alleati. Ma sulle persone che ho in mente penso che non ci sia nulla da dire”. Durante l’intervista,  Giorgia Meloni ha tradito un certo imbarazzo in merito alla ricostruzione pro Putin da parte di Silvio Berlusconi sull’invasione dell’Ucraina: “Appena ho sentito quelle parole sono rimasta… diciamo… ehm.. interrogativa… poi ho visto che ha rettificato e direi che è tutto chiarito. Noi di Fratelli d’Italia abbiamo sempre avuto la stessa posizione, abbiamo fatto politica estera dall’opposizione…”. Poi roteando gli occhi verso l’alto ha denunciato il vero pericolo: “Se la Russia vince, vince anche la Cina e io non vorrei finire sotto l’influenza della Cina. Se l’Ucraina cade, l’Occidente viene ridimensionato”.

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