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Vittorio Sgarbi umilia Mara Carfagna: "Candidata con il cafone". Dagli insulti all'ammucchiata

Giada Oricchio
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Sporca, cattiva e dalla memoria elefantiaca. Sarà così la campagna elettorale in vista del voto del 25 settembre a causa dei numerosi e clamorosi cambi di casacca dopo l’improvvisa caduta del governo Draghi: Luigi Di Maio fuori dal M5s si è alleato con Bruno Tabacci, consigliere comunale dal 1970 e deputato dal 1992, Renato Brunetta ha lasciato Forza Italia così come Mara Carfagna e Maria Stella Gelmini che sono entrate a far parte di Azione di Carlo Calenda. Proprio a una delle due ministre è rivolta una reminescenza di Vittorio Sgarbi.

 

Il noto critico d’arte, attualmente sindaco di Sutri, ha trovato uno scheletro imbarazzante nell’armadio di Carfagna e lo ha spiattellato su Twitter con tanto di screenshot. Nel 2019, Calenda scrisse: “Mara Carfagna non ho il piacere di conoscerla, immagino che lei sia una politica capace e resiliente dopo 20 anni di Cosentino e Berlusconi. Le consiglio di occuparsi della sfida importante che l’attende piuttosto che del sottoscritto. P.s. ragazzo ci chiami Mezzaroma”.

Una frecciatina all’ex marito, potente imprenditore romano (il matrimonio durò solo un anno, nda). A stretto giro sul social arrivò la replica della ex soubrette ed ex titolare del dicastero delle Pari Opportunità: “Il cattivo gusto e la maleducazione di Calenda si commentano da soli. Oltre a essere confuso, è un ragazzino viziato e cafone”. Un riferimento pungente all’estrazione sociale “da pariolino” del leader di Azione. Antipatie e scaramucce superate dagli eventi perché come sottolinea Sgarbi: “Politiche 2022, Carfagna si candida con il “cafone”. Auguri Calenda!”. Come se non sapesse che in politica tutti i vasi sono comunicanti.

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