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Otto e mezzo, "servono soldati". Lucio Caracciolo smonta le sanzioni: come si arriva alla pace. Finale drammatico

Giada Oricchio
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Le sanzioni contro la Russia hanno fallito (al momento), l’emergenza energetica si inasprisce e il governo tedesco ha avvertito i cittadini che potrebbe essere necessario un razionamento delle risorse. E l’Italia? Va tutto bene come dice il ministro della Transizione ecologica, Roberto Cingolani? La risposta è un secco no da parte di Lucio Caracciolo.

Il direttore della rivista di geopolitica Limes, ospite del talkshow "Otto e Mezzo", giovedì 23 giugno, strappa le dichiarazioni rassicuranti dell’esecutivo Draghi: “Da noi si continua a parlare per slogan, ci raccontiamo favolette. La situazione è drammatica e va raccontata per quella che è”.

Poi svela un retroscena: “Mi capita spesso di incontrare dirigenti d’azienda o istituzionali che dicono ‘se raccontiamo le cose come stanno la gente si deprime e le cose peggiorano’. Non funziona così. E’ in corso una sorta di guerra economica mondiale che sta travolgendo moneta e finanza. Putin lo ha ammesso chiaro, chiaro: lo scopo del conflitto è rovesciare l’ordine mondiale, compreso il predominio del dollaro. Siamo dentro un percorso gigantesco e bisognerebbe dirlo”.

Caracciolo è particolarmente severo, quasi indispettito dall’assenza di sincerità nella comunicazione del governo e attacca le tanto decantate sanzioni dell’Occidente alla Federazione russa. “Anche qui, un ragionamento andrebbe fatto. Le sanzioni sono fallimentari” tuona l’esperto di geopolitica proseguendo: “Facciamo un bilancio. A cosa dovevano servire? A far cambiare atteggiamento ai russi, a farli diventare più ragionevoli. Ma era prevedibile che non accadesse: preparavano la guerra da anni. E poi nemmeno erano sanzioni, ma minacce di sanzioni, quindi poco credibili”.

La conduttrice Lilli Gruber osserva che il premier Mario Draghi si è detto convinto dell’efficacia delle restrizioni e Caracciolo tra l’ironico e lo scettico: “Se lui ci crede, non voglio togliergli questa speranza però io non la vede”. L’equazione è semplice: la riuscita dei pacchetti di penalità si misurava con un cambio di atteggiamento da parte del Cremlino che finora non c’è stato. Questo è un dato inequivocabile. Anzi, si è compreso che l’invasione è stata pianificata per anni e Putin aveva studiato eventuali contromisure. Caracciolo ha smascherato anche un altro falso mito: “Le sanzioni avevano anche una ragione nascosta cioè far finta che l’Occidente fosse d’accordo. Erano un compromesso tra gli interventisti e chi non voleva far nulla. Siccome la guerra e l’indifferenza non erano possibili, si è scelta questa strada. Ma fatte in questo modo sono state deleterie e hanno dimostrato che siamo divisi. A un certo punto l’Ucraina ci chiederà il gas oltre le armi e noi cosa risponderemo? Questa guerra finisce sul terreno, non attraverso iniziative diplomatiche estemporanee. E temo che dobbiamo continuare a dare armi, soldi e forse soldati affinché Kiev riporti qualche successo”. Spietato.

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