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Non è L'Arena, "gli avrei detto di non andare". Giletti e il malore, la critica peggiore

Giada Oricchio
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“Gli avrei detto di non andare”. Il critico televisivo Aldo Grasso si unisce al coro di critiche a Massimo Giletti per la conduzione del talk Non è l’Arena da Mosca. Nel suo editoriale per il Corriere della Sera, il giornalista mette in fila i motivi per cui Giletti avrebbe fatto meglio a restare nella culla degli studi di La7. Il primo è di natura tecnica: “Ha tentato di instaurare un dialogo con Maria Zakharova, ma via Skype - ha notato la firma del quotidiano -. Ovviamente, la portavoce del ministro degli Esteri russo Sergej Lavrov era a Mosca. Se un’intervista, che già si preannunciava piena di insidie, è anche costellata dai fatidici «Lei mi sente? La vedo ma non la sento. Chiedo alla regia di…», significa che forse non era il caso”.

Grasso ha sottolineato che la portavoce del Cremlino ha insultato ripetutamente e liberamente Giletti: “Più il conduttore cercava di instaurare una discussione, più lei usava il sarcasmo nei suoi confronti, senza vergogna. Soprattutto nei confronti dell’Italia. Come se Putin non avesse già da tempo avviato una campagna di disinformazione, soprattutto nel nostro paese, considerato l’anello debole dell’UE”.

La trasmissione è stata un disastro ed è sfociata in un mancamento per Giletti (“forse dovuto alla tensione nervosa”), in una Myrta Merlino allarmata e confusa che prendeva in mano le redini del talk e nell’invettiva storica del direttore di Libero Alessandro Sallusti che ha abbandonato il collegamento furibondo per la negazione dell'aggressione all'Ucraina e lo sbeffeggiamento dell’amico Giletti oltre che dell’Italia. Così Grasso ha concluso lapidario: “Viaggio inutile: l’assurdità è che noi italiani dovremmo giustificarci con i russi, che stanno massacrando l’Ucraina, di vivere in un paese democratico”.

 

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