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Otto e mezzo, Beppe Severgnini e la strage in Texas: "Così le democrazie si suicidano". L'ossessione delle armi

Giada Oricchio
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“Così le democrazie si suicidano”. È durissimo Beppe Severgnini, giornalista del Corriere della Sera, sulla strage di Uvalde, in Texas (21 morti di cui 19 bambini). In collegamento con "Otto e Mezzo", il talk politico di La7, giovedì 25 maggio, Severgnini si è detto d’accordo con Marco Travaglio sulle dichiarazioni aleatorie dei presidenti americani sullo stop alle armi ogni volta che si consumano tragedie simili per la facilità nell’acquisto di armi negli Stati Uniti.

“È una frustrazione – ha detto angosciato Severgnini -. Non c’è solo la lobby delle armi che paga le campagne elettorali, c’è anche un’associazione di grande successo. Gli americani sono ossessionati dal secondo emendamento della Costituzione: il diritto di tenere e usare le armi, un emendamento che risale al 1791 quando c’erano i moschetti. Adesso sono fucili e pistole semiautomatiche”.

Il giornalista trova scandaloso che in Texas a 21 anni non si possa bere una birra, ma si possa comprare un’arma e ha sottolineato: “Lo stragista era un 18enne, un pazzo, abbiamo anche noi dei pazzi, ma non possono mettere le mani sui fucili. In America invece è facilissimo. O fanno qualcosa oppure credo che le democrazie si suicidano anche così e lo dico con dolore. Stimo l’America ma questa mi manda ai matti”.

 

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