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Una battaglia che dura nel Tempo

Foto: Il Tempo

Tommaso Cerno
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Mi verrebbe da dire che ho fatto il mio... Tempo, ma non è così. Non l’ho fatto io, oggi saluto una redazione di fuoriclasse, qui come nei Corrieri di Viterbo e Rieti, che mi ha insegnato molto in questi quasi due anni in cui ho avuto l’onore di guidare il quotidiano storico di Roma con la massima libertà che dal primo giorno la famiglia Angelucci, che mi ha chiamato a questo incarico, mi aveva consegnato come valore fondante del nostro giornale. E noi ci abbiamo provato, con la forza che Il Tempo ha costruito e conservato in questi 80 anni di storia. Ottant’anni che abbiamo festeggiato come il compleanno di Roma, perché mai ho incontrato un romano che non mi abbia detto di avere un legame con il quotidiano di piazza Colonna.

Essere liberi significa combattere contro una visione etica dello Stato e contro il nuovo antidoto alla democrazia che nasce in una certa sinistra radicale: addormentare il linguaggio per far finta che non stia succedendo niente di pericoloso intorno a noi. Non è stato difficile sapere da che parte stare. Dalla parte della democrazia di fatto, non a chiacchiere. E in questa chiave abbiamo cominciato da soli un’inchiesta importante per denunciare il disegno islamista radicale che si fa largo in Italia fra i silenzi, se non addirittura il supporto, che viene da sinistra. Lo rivendichiamo adesso che finalmente tanti ne parlano.

Così come abbiamo denunciato l’ossessione che anima lo scontro politico che vuole raccontare come il primo governo guidato da una donna, Giorgia Meloni, sia quello che non è. L’uso del termine «fascista» in bocca a una sinistra che vuole, lei sì, imporre modelli, stabilire dove sta la ragione, che chiama giornalismo libero solo quello che milita dalla sua parte. Proprio l’idea dello Stato etico che un giornale liberale e libero ha il dovere di denunciare.

Lascio la guida de Il Tempo al collega e amico Daniele Capezzone, certo che troverà attorno a lui una grande redazione, come è capitato a me. E so che questo racconto continuerà. Certamente meglio di quanto abbiamo fatto finora.

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