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Tommaso Cerno: le due Libie e la polemica di noi polli

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Tommaso Cerno
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Ci mancava il giochetto di Haftar. Buono per i polli. Come se non sapessimo già come funziona la Libia, anzi le due Libie, legate all’Islam e alle sue tribù in guerra. E ora scoppierà l’ennesima polemica sul no all’ingresso del ministro dell’Interno Matteo Piantedosi a Bengasi e sullo stop alla delegazione europea. E invece è una buona notizia comprendere che l’islamismo, le sue correnti, le sue miriadi di sfumature antiche di fronte alla guerra globale e al ricatto russo e iraniano all’Occidente si manifestano per quello che sono: regimi che hanno compreso che per poter attrarre il popolo devono schierarsi di fronte ai musulmani come nemici dell’Occidente.

 

 

É un po’ la versione geopolitica di quello schifo che è stata l’Ashura alla stazione centrale di Milano. E chi vi racconta altro lo fa solo per strumentalizzare politicamente una vicenda che ha una sola spiegazione. Esiste un conflitto planetario fra dittature e democrazie e fra religioni e teocrazie. Così come Erdogan, presidente di un Paese della Nato, è un fiancheggiatore di Hamas, associazione terroristica. E solo un Occidente in crisi può dargli ancora retta.

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