
Fra Hamas e Bibi c'è chi non capisce la differenza

Sempre più woke, femministi, ecologisti, pacifisti, pro Lgbtq convinti che Israele e i sionisti siano la stessa cosa
Dice Fratoianni, in maglietta bianca con scudetto della Palestina sul petto – ma voi, come fate a andare a dormire? - rivolgendosi dal palco della manifestazione pro Pal ai membri del governo. Con aria sagace svela poi perché il governo non appoggi la Palestina: perché son poveri, e non hanno niente da offrire al governo. Prima di lui Conte, in giacca blu e piglio contrito aveva appena chiesto alla platea dei «300.000 dritti sulle loro schiene a differenza del governo che sta seduto».
Bonelli invece si spolmonava contro Giorgia Meloni e la sua ipocrisia oltre che contro il governo, codardo e vigliacco. Poi con il viso rotto dal pianto ha raccontato alla platea, quella «dalla parte giusta della storia», l’aneddoto icastico del bambino incontrato durante la sua recente escursione a Gaza. Il bambino, stringendo fra le braccia un orsacchiotto, sgambettava fra le macerie causate dall’esercito israeliano per “far posto ai coloni”. Anche la Schlein, dal palco ha ribadito la vigliaccheria di un governo che non ha avuto il coraggio di prendere posizione, e ha chiesto urgentemente un embargo totale contro Israele. La platea acclamava, alle parole mantriche «bambini morti» un tripudio di applausi, ma anche grida di entusiasmo a ogni rimprovero verso il governo. I 300.000 che hanno sfidato il sole canicolare di una Roma rovente per stare «dalla parte giusta della storia», la «piazza dell’umanità» sono un parterre sconnesso e variegato: comun denominatore, oltre a una lampante avversione al «governo» con particolare ostilità verso la premier Meloni, c’è la presunzione di essere gli unici a battersi per la difesa dei diritti umani.
Che siano woke, femministi, ecologisti, pacifisti, pro Lgbtq sono ormai convinti che Israele e i sionisti siano la stessa cosa e che siano la personificazione di un Occidente razzista e prevaricatore, oltre tutto ricco e quindi cattivo. Il grido inneggiato «2 stati per 2 popoli» si confonde con lo slogan «From the river to the sea, Palestine will be free» che rimanda al linguaggio dell’Islam radicale e in quanto fra il Giordano e il Mediterraneo c’è lo Stato di Israele esalta la distruzione di Israele, se non la morte degli ebrei. Ma questo non interessa al popolo dalla parte giusta della storia, come non interessa che il sostegno finanziario umanitario totale fornito dall’Europa al territorio palestinese solo nel periodo 2023-2024 ammonti a più di 1,5 miliardi di euro oltre agli aiuti degli Usa e dell’Arabia Saudita, non interessa che l’Italia mandi a Israele solo l’1% di armamenti, non interessa che gli omosessuali palestinesi scappino da Hamas per rifugiarsi in Israele, non interessa la violenza sistematica perpetrata contro le donne, non interessa che Hamas ricatti un’intera popolazione e mandi i bambini a fare scudo a protezione dei terroristi. Alla fine della manifestazione, sulle note di Bella ciao sono apparse due bandiere intrecciate insieme, Palestina e Israele e la scritta - Popoli liberi da Hamas e da Netanyahu. Il popolo dell’umanità sarà anche il «più buono», ma purtroppo non ha ancora capito la differenza fra i due.
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