Tommaso Cerno: pensiamo all'Harvard de' noantri
Che la più famosa università del mondo, Harvard, leggendaria fucina della classe dirigente americana, e da un po’ di anni anche cinese e indiana, che dal Massachusetts sale ai vertici della potenza a stelle e strisce sfornando presidenti, banchieri, tycoon, stirpi di studi legali a nove zeri, dinastie di manager planetarie, finisca nella bufera è un fatto. Trump lancia la sfida rompendo simboli e idoli dell’America che fu. Ma immaginare che in Italia presunti intellettuali e professoroni si mettano a pontificare sulla libertà accademica fa ridere i polli.
"Studenti piantagrane, non sanno fare 2+2": Trump e il braccio di ferro con Harvard
Prima di tutto i nostri atenei sono crollati da anni nelle classifiche mondiali perché da noi insegnare è sinonimo di baronato. Siamo rimasti identici a trent’anni fa e la prima cosa da fare sarebbe dircelo. Secondo, da due anni a questa parte l’unica cosa che succede davvero dentro i nostri atenei è la censura, la rivolta contro qualunque pensiero non omologato. Un consiglio non richiesto: facciamo come con i dazi. Usiamo l’ennesima polemica su Trump per scuotere le Harvard de’ noantri.
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