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Pse sulla nuvola. Caro Pedro fascista sarà lei

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Tommaso Cerno
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Si sono fatti una galoppata da Spagna e Lussemburgo fino qui nell'Urbe, Pedro Sanchez e Nicholas Schmit, le star della convention del Pse ospiti di Elly Schlein, solo per dare a tutti del fascista. Fascista so mare, fascista so pare... e pure la fia de la sorea. Perché alla fine dalla mitica Nuvola dell'architetto Fuksas, edificata come una nemesi nel cuore dell'Eur progettata, quello sì, da Benito Mussolini, è uscita la solita tiritera. Si aspettava, almeno chi credeva ancora alla lotta politica, che ci fosse una visione alternativa dell'Europa. O almeno una ricetta. E che tale programma ci mostrasse una strada. E che tale strada ci portasse a comprendere come dovrebbero fatto gli eurosocialisti (che in questa legislatura hanno inchiodato la locomotiva economica a livelli di stagnazione, fatto schizzare i prezzi di energia e gas, alzato i tassi, tagliato il welfare e imposto alle famiglie spese per i prossimi cinquantanni per pagare la transizione ecologica con i soldi dei loro stipendi) a liberarsi di Ursula von der Leyen senza dirglielo. E invece, appunto, il solito refrain a nazioni unificate dalle Alpi ai Pirenei: fascista sarà lei! 

 

 

L'ha detto Schmit, l'ha ripetuto Costa dal Portogallo, l'ha chiarito Elly Schlein, ma il bello è che l'ha detto pure il premier spagnolo Pedro Sanchez. Il più "tifoso" del Pd italiano. Non per le posizioni sul salario minimo o sui migranti, bensì perché gli abbiamo salvato noi la poltrona. E questo perché deve avere imparato bene la lezione piddina. Quella che dal 2010 ha insegnato agli italiani che al governo la sinistra ci va e basta, senza che mai le sia passato in testa di vincere le elezioni (Renzi compreso, che se l'avesse fatto forse non sarebbe finita così). E così è stato per Pedro. Anche lui che senza avere vinto le elezioni, perché la maggioranza, sebbene relativa, lo scorso 21 novembre la ebbero i Popolari, sta seduto a capo del governo di Sua Maestà Cattolicissima. 

 

 

Ma siccome fascisti sono quelli che chiedono di eleggere il premier con i voti dei cittadini, secondo la lectio in voga, e non quelli che governano un decennio senza vincere, Filippo VI non ha rimandato gli spagnoli a votare, ma ha fatto il governo con gli autonomisti catalani, gli stessi che chiedevano l'amnistia per i leader separatisti che il medesimo monarca con il medesimo premier volevano mettere sotto i ferri con l'esercito entrando a Barcellona a cavallo. E a me viene il solito dubbio. E cioè che mentre si accusa il governo di chissacchè - si cerchino le condizioni per una spallata alla Napolitano. Perché sarò anche un sempliciotto, rispetto a certi intellettuali progressisti, ma a me sembra più democratico un governo eletto di uno fabbricato in laboratorio a Bruxelles.

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