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Perché mi schiero con la polizia: il punto di Annalisa Chirico

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Annalisa Chirico
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Alla fine i poliziotti, protagonisti degli scontri di Pisa, si sono autoidentificati. In altre parole, questi servitori dello Stato si sono presentati dal loro capo e hanno dichiarato: «Quello con il casco protettivo sono io». Una informativa dettagliata con i nomi degli agenti coinvolti è stata già trasmessa all'autorità giudiziaria. Si velocizzano così i tempi per gli accertamenti, un aiuto concreto alla procura che, in assenza dell'autoidentificazione, avrebbe dovuto ricostruire l'identità degli agenti attraverso le testimonianze e l'esame di video e foto. Che a Pisa qualcosa non abbia funzionato lo hanno riconosciuto tutti, dal ministro dell'Interno Matteo Piantedosi che ha dichiarato a più riprese di condividere pienamente le parole del capo dello Stato Sergio Mattarella, fino al capo della Polizia Vittorio Pisani che ha promesso verifiche «con severità e trasparenza». 

 

 

Gli esseri umani sono fallibili, i poliziotti non fanno eccezione. Vada sé che i momenti di criticità che possono verificarsi nel corso di manifestazioni aggressive non giustificano comportamenti fuori misura. È assurdo però che la sinistra strumentalizzi episodi simili per attaccare il governo in carica denunciando un fantomatico clima «repressivo». Ed è ancora più inaccettabile che singoli episodi vengano utilizzati per screditare le forze di polizia. I dati che giungono dal Viminale parlano chiaro: in Italia si manifesta quanto e più di prima, dall'inizio dell'anno si registra aumento persino delle mobilitazioni, eppure gli episodi critici restano casi del tutto isolati. Basti considerare che nel corso dello scorso anno sono state 11.219 le manifestazioni, con 969.970 operatori di polizia impegnati. 

 

 

Dal primo gennaio sono state 2.538 le manifestazioni, solo l'1,5 percento con criticità o turbative di ordine pubblico, con 150.388 operatori impegnati. Sono agenti di polizia che rischiano la vita per garantire la sicurezza di tutti noi, con stipendi oggettivamente modesti. È facile gridare contro le forze dell'ordine che hanno dimostrato invece una encomiabile reattività nella capacità di autovalutazione. Gli adulti, indipendentemente dal credo politico, dovrebbero insegnare ai giovani che il diritto di manifestare è sacrosanto ma i cortei vanno comunicati in anticipo e le modalità concordate con le autorità di pubblica sicurezza. Non è un attento alla libertà di parola ma l'unico modo per assicurare l'ordine pubblico senza intralciare la vita degli altri. Chi specula per gettare discredito sui nostri poliziotti non merita di essere preso sul serio. 

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