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Chirico: i cattivi maestri esistono e bisogna discernere

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Annalisa Chirico
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Da quando in qua siamo diventati moralmente «agnostici»? Conclusa l’epoca dei novelli Savonarola che imponeva la tagliola morale verso tutto e tutti, nulla sembra più in grado di indignarci, di meritare la nostra censura morale. Da un eccesso all’altro, insomma. L’ascesa del M5S fu tutta alimentata da una sapiente campagna moralizzatrice, grazie all’ingegno e all’eco mediatica della coppia Grillo-Casaleggio. Dalle intemerate contro la Casta ai tribunali del popolo allestiti, di volta in volta, contro la classe politica di impresentabili, puttanieri e via discorrendo. A pensarci bene, l’ideologia moralizzatrice oggi si chiama «ambientalismo»: gli attivisti di Ultima Generazione, al pari degli euroburocrati artefici della mole di regolamenti sotto il nome di Green Deal, ammantano le loro crociate anti-impresa di un’aura moralistica. Il mondo verde è un mondo migliore, più buono, più giusto.

 

 

C’è però una categoria che resta immune dalla nostra bussola morale: per i Geolier e i Fedez tutto è lecito. A rapper e trapper tutto è consentito. Nel caso dell’artista napoletano, è lecito cantare imbracciando un kalashnikov dorato, incitare una ragazza a sparare (in fondo, è una scacciacani), possono girare dei video con un lanciarazzi sullo sfondo (di quelli che usano i narcos colombiani) senza che simili azioni suscitino una qualche reazione, un moto di indignazione verso dei cattivi modelli, nessun rimprovero pubblico, al contrario prevale l’onda perdonistica.

 

 

Fedez, in verità, non imbraccia armi, anzi si mostra sui social in gag dolcissime con i suoi figli, ma ciò non toglie che lasci di stucco la reazione collettiva a quanto da lui dichiarato in tribunale («nullatenente», così si è definito). Non dubitiamo della veridicità delle sue parole davanti al giudice, ma ciò non esula dalle valutazioni circa i motivi all’origine di determinate architetture finanziarie. Non è vero che uno vale uno, non siamo tutti uguali, i filmati che esaltano una vita al limite della legalità non possono essere catalogati come bravate senza conseguenze, i cattivi maestri esistono e dovremmo imparare a discernere. Ognuno di noi è responsabile delle proprie azioni. Saper distinguere significa saper stare al mondo, anche grazie a una bussola morale che non è di per sé moralismo. È saper vivere.

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