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Il Pd è rimasto senza la benzina delle idee: il futuro è incerto

Santi Bailor
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Il Pd è rimasto senza benzina, e non c'entrano le accise e le polemiche sul costo dei carburanti di questi giorni, bensì le idee. La benzina che manca al Pd, alle prese con il prossimo appuntamento delle primarie per scegliere il nuovo leader del partito, attiene infatti alla benzina delle proposte, un carburante necessario a far politica e ad incontrare i consensi necessari degli elettori per vincere. Ma necessario, aggiungiamo, alla democrazia perché un'opposizione con le idee chiare aiuta anche chi governa. Per questo il vero nodo che il Partito democratico dovrà sciogliere non riguarda le modalità di voto alle primarie bensì la prospettiva politica presente e futura.

 

 

L'alleanza con il Movimento 5 Stelle, quindi con un partito molto critico sull'invio di armi all'Ucraina e con posizioni più a sinistra su temi sociali ed economici, sarà un orizzonte dei democratici oppure no? Nel caso non lo fosse, l'alleanza con i riformisti Matteo Renzi e Carlo Calenda, è una prospettiva concreta? E ancora: quale sarà la modalità di opposizione all'attuale governo di centrodestra che il partito porterà avanti? Ideologica o pragmatica? Sono soltanto alcuni dei dilemmi che il Pd dovrà risolvere per ritrovare uno slancio programmatico e recuperare consensi in vista del prossimo appuntamento elettorale non regionale, le elezioni del 2024 per il Parlamento europeo. Anche per questo, più che dell'accise e annesse polemiche, il Pd oggi dovrebbe occuparsi di se stesso. 

 

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