Cerca
Logo
Cerca
Edicola digitale
+

Roma schiva la crisi economica grazie alle ricadute del boom turistico

Esplora:

Bruno Villois
  • a
  • a
  • a

Bollette supersoniche e inflazione alle stelle stanno gravando sul portafoglio dei cittadini e sul futuro di molte Pmi, come forse non era mai successo. Stessa pesante incidenza si sta verificando per i conti degli enti pubblici locali. Sono in difficoltà le finanze di ogni Comune, soprattutto quelle dei grandi con in testa Roma, che avevano già subito un doppio salasso a causa del crollo degli introiti e dell’Atac, a causa del Covid, soprattutto per il 2020, ma anche per la prima parte del 2021.

È pur vero però che a differenza di cittadini e imprese, che possono contare solo sui loro conti in banca per far fronte alle spese straordinarie, gli enti Locali hanno pur sempre nello Stato l’ultimo ripianatore dei loro deficit. La botta di quest’anno derivante dagli aumenti esponenziali delle bollette di luce e gas potrebbe essere devastante. E aggravare lo storico deficit gestionale del Comune di Roma, appesantito costantemente dagli aggravi dovuti alle opere di manutenzione straordinaria, le quali finora sono costate molto e hanno reso poco, per non dire nulla, vedi il crollo al Globe Theatre di una scala che era stata appena ristrutturata, a cui si aggiunge lo scarso recupero delle sanzioni amministrative, comminate dal Comune ai trasgressori, e degli oneri urbanistici, anche a causa di una incapacità nel consentire gli ammodernamenti degli edifici, particolarmente scoraggiata dalla Giunta pentastellata precedente.

Da inizio primavera a tutt’oggi, e si spera almeno fino ad autunno inoltrato, a sostenere il conto economico del Comune e più in generale dell’intera economia romana è stato lo straordinario boom turistico, costituito per almeno i 2/3 dagli stranieri. L’attrattività romana storica, artistica, ma anche ricettiva e culinaria, è stata eccezionale, tale da ridurre, se non azzerare, le tensioni derivanti da inflazione, costi energetici e crisi geopolitica mondiale. Adesso il quadro socio-economico comincia a mutarsi in peggio e il complesso dei problemi citati lo sta soffrendo il terzo settore, la cui sensibilità è conosciuta e apprezzata. L’aggravarsi degli effetti negativi inciderà pesantemente sulle attività di sostegno alle fasce deboli determinando una situazione che imporrebbe proprio allo stesso Comune e alla Regione di essere più generosi nei loro contributi, ma difficilmente potrà avvenire. Roma continua a vivere una vita sociale particolarmente effervescente, almeno nel primo e secondo centro, grazie all’ampio turismo e a manifestazioni ed eventi. C’è da rallegrassi che succeda perché così si riesce a evitare, almeno per ora, di mandare in tilt pubblici esercizi e alberghi, che a Roma sono perno indispensabile per l’occupazione e più in generale per il reddito dei cittadini e il Pil della città. Purtroppo la ricaduta positiva sul tessuto cittadino è presente solamente per una parte della città, periferie e hinterland lamentano e pagano pesantemente gli aggravi delle bollette e del costo della vita che risultano insostenibili per una fascia sempre più ampia di popolazione. Roma grazie alla sua reputazione internazionale è una delle città in cui vivere, purtroppo ormai anche nelle periferie è normalmente molto costoso, figurarsi ora. Ipotizzare tempi in cui gli eccessi dei costi possano ridimensionarsi e identificare la tipologia, intensità e durata degli aiuti è quanto mai difficile.Un ampliamento della solidarietà delle classi abbienti, ma su base volontaria, seppur sollecitata, non basta di certo: serve un nuovo Pnrr europeo.
 

Dai blog