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Urge sicurezza contro il far west triviale nelle città

Mario Benedetto
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Irrompe nel dibattito la questione sicurezza. A livello internazionale, ecco arrivare ad animarlo le parole di Luigi Di Maio, ormai convinto sostenitore dell'«Allenza Atlantica». A livello nazionale, c'è invece l'ultima notizia giunta da Roma dell'uomo che ha tentato di forzare un posto di blocco delle forze dell'ordine al confine con lo Stato del Vaticano. Fa notizia, ma non troppo.

Le scene da far west animano sempre più spesso le strade della nostra città. È solo di pochi giorni fa l'immagine del giovane marocchino, in giro per le strade di Torino non con un cane al guinzaglio o con un giornale sotto braccio, ma con un machete in pugno. Scene di ordinaria tribalizzazione, ciascuna delle quali rappresentano notizie, ma riguardano un fenomeno che, purtroppo, non è più una notizia. 

Le nostre città sono sempre più spesso minacciate da fatti di criminalità che penalizzano non solo la nostra qualità di vita, questione non di poco conto, ma mettono a rischio risorse per noi vitali, come ad esempio quella del turismo, anche internazionale. E ancora, solo poche ore prima ha fatto il giro della rete un video in cui un automobilista, in pieno centro e in pieno giorno, veniva derubato del suo orologio da un malvivente poi disperso con un complice in motorino nel traffico del lungotevere romano.

Ce lo dicono anche i numeri, che non vogliamo svilire, ma che in realtà neppure servirebbero: basterebbe constatare la qualità della vita nelle nostre città. Di cui, ricordiamolo, fanno parte anche quelle zone periferiche e distanti dal centro, in cui comunque si consumano reati spesso indisturbatamente. Sono anni che le forze dell'ordine richiamano l'attenzione sul tema, lamentano scarsità di risorse e strumenti e chiedono certezza della pena rispetto ai fenomeni di arresti multipli e reiterazione dei reati. Invece ci dividiamo in curve, anche sulla sicurezza. Emblematico il caso del taser, grazie al quale i militari sono riusciti a fermare proprio il cittadino albanese protagonista della notizia del Vaticano citata in apertura.

Anche sul taser, di cui proprio questo caso ha dimostrato tanto l'efficacia quanto l'innocuità per il trasgressore, apriti cielo. Per nostra fortuna abbiamo forze dell'ordine che fanno il loro lavoro, spesso senza limiti di orari né rivendicazioni sindacali, che sarebbero pur legittime. E, sempre per nostra fortuna, ogni tanto ci riesce anche l'impresa di dotarle dei mezzi di cui hanno bisogno.

Il tutto riguarda non questioni di parte, ma la sicurezza di tutti: non pare un obiettivo deprecabile. Ecco comunque i dati relativi all'ultimo biennio, che completano e confermano l'importanza del ragionamento fin qui condotto: Milano, +21% di scippi, Venezia +14% reati generali e +7% rapine, Bari +10% violenze sessuali. Senza contare quelli apparentemente intangibili come i reati informatici, aumentati persino del 39% in tutta Italia. Qui, per chiudere con un dato generale, i reati nel loro complesso sono in aumento su scala nazionale del 5,4% (Viminale).

Il fatto, poi, che le notizie di cui abbiamo parlato riguardano cittadini stranieri nulla ha a che vedere ovviamente con il metro di giudizio indipendente da provenienza o questioni affini ma pone, questo sì, un ulteriore tema finale: quello dell'integrazione. Che non si persegue chiudendo un occhio, ma aprendoli tutti e due su una questione che ci allontani dalle tribù e ci renda sempre più comunità: il rispetto di regole condivise e la cultura della legalità. Tanto scontate che ancora le nostre strade, tra uno scippo e un machete, stanno li a denunciarne l'assenza. Quando invece è anche su una convivenza più sicura che possiamo costruire una societas più compatta e letteralmente tale. È la saggezza dei latini a ricordarci che fa rima con ius. 

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