Cerca
Logo
Cerca
Edicola digitale
+

Le mani dei clan sulla Metro C

Roma Film Festival - Red carpet dei premiati

Gli affari della 'ndrangheta a Roma svelati dall'inchiesta «Sipario»

  • a
  • a
  • a

C'è la terza linea della metro da completare, ci sono i lavori sulla tangenziale da non farsi sfuggire, e poi ci sono quegli appalti comunque da prendere perché «anche se ci perdo mi faccio vedere che lavoro, e se perdo da una parte poi guadagno dall'altra»: il filo rosso che lega le cosche della 'ndrangheta calabrese al mondo degli appalti pubblici in salsa capitolina si arricchisce ogni giorno di nuove inquietanti sfaccettature. E così, con le amicizie giuste al posto giusto, anche una piccola azienda (direttamente riconducibile secondo la distrettuale antimafia di Reggio Calabria, alla potente Locale di Melito Porto Salvo che fa capo a Remingo Iamonte) può sedere al tavolo dei grandi appalti. E se è il capobastone a tirare le fila del clan sullo Jonio reggino, nella Capitale gli interessi economici (e politici) della famiglia sono tessuti direttamente da suo figlio Natale (consideranto uno degli elementi di spicco della cosca) e da Giovanni Tripodi (definito dal collaboratore di giustizia Giuseppe Ambrogio come «un pilastro della cosca Iamonte e della sua economia»). «La continua ricerca di un idoneo "aggancio politico" – scrivono gli inquirenti nel fascicolo dell'operazione "Sipario" – rappresenta una costante nell'azione imprenditoriale della cosca Iamonte». E le entrature politiche necessarie per entrare nel giro buono vanno bene a destra così come a sinistra: come nel caso di Fortunato Mangiola, già assessore municipale presso il XV Municipio di Roma e nel direttivo del Partito Democratico di Roma. Mangiola che, sostengono gli inquirenti «si attiva immediatamente per individuare un canale idoneo ed utile all'inserimento dell'impresa del Tripodi nei lavori di costruzione della nuova tangenziale di Roma: in quest'ottica si colloca infatti la conversazione telefonica nel corso della quale Tripodi Giovanni e Mangiola Fortunato concordano la data del loro prossimo appuntamento che si terrà presso l'Anas con una terza persona non meglio identificata appartenente alla predetta azienda». Un interessamento comunque da ripagare visto che lo stesso Tripodi riferisce a Natale Iamonte: «...diciamo che se lui, voglio dire, riesce a farmi lavorare, a fare qualche cosa, qualche due noccioline le vuole, ah... non è a dire che non le vuole». Il piatto è ricco e gli interessi della cosca sempre più famelici; i due uomini sono anche entrati nelle fila dell'Ordine Ecumenico Ospedaliero di San Giovanni Cavalieri di Malta pur di non farsi sfuggire nulla. E sarebbe proprio all'interno dell'Ordine che i due, per conto del boss in Calabria, trovano il contatto giusto per arrivare fino ai vertici del potere politico nazionale: quel contatto si chiama Iossif Petros (aka il principe) cittadino egiziano «che risulterà - scrivono gli inquirenti - metterli in contatto con Bono Giuseppe, assistente dell'On. Sandro Bondi». «Nel corso delle indagini è infatti emerso che Tripodi Giovanni e Iamonte Natale, nel mese di aprile 2008, abbiano preso personalmente contatti con alcune personalità politiche del centrodestra le quali risultano aver loro indicato i personaggi politici locali cui fare riferimento». Mani da stringere e amicizie da far sbocciare: la 'ndrangheta calabrese sembra perfettamente inserita nei salotti buoni della politica romana che, a sentire le intercettazioni degli stessi indagati, qualche porta pare proprio aprirla. Scrivono gli inquirenti: «Gli interessi della cosca Iamonte si estendono a tutte le maggiori opere pubbliche in corso d'opera nell'intero territorio nazionale: emerge, per asserzione dello stesso Tripodi, che egli sia riuscito anche ad aggiudicarsi una fetta, pur se minima, dei lavori di costruzione dellla nuova tangenziale e della linea della metropolitana di Roma». Ed è lo stesso Tripodi a ribadirlo: «Io per sopra stò lavorando... io stò lavorando con... III CESA (i lavori per la nuova tangenziale, ndr) e la ditta ... cosa... e la ditta... il Consorzio Cooperativo...comunque un lavoro di quattordici milioni di euro... là la metropolitana...».

Dai blog