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Il Palazzo occupato diventa bagno a cielo aperto

Spaccio e degrado a Tor Sapienza. L'ira dei residenti: "Traditi dalle istituzioni"

Grazia Maria Coletti (foto Francesco Benvenuti)
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L'immigrato fa pipì dalla finestra. Così l'edificio sgomberato e rioccupato a via Raffaele Costi, a Roma Est, diventa una latrina a cielo aperto. Per una cosa del genere - gli immigrati nudi tra le auto - cinque anni fa Tor Sapienza fece le barricate. Oggi invece i residenti alzano bandiera bianca: «Invasi e sfregiati, ma soprattutto traditi dalle istituzioni, ormai questi non li manda via più nessuno» allarga le braccia Roberto Torre, storico presidente del comitato di quartiere Tor Sapienza, prima periferia a bruciare per l'immigrazione selvaggia, nel novembre 2014, e a scendere in strada per cacciare via gli adulti osceni dal centro accoglienza di via Morandi. Siamo a via Raffaele Costi, nell'edificio sgomberato un anno fa e rioccupato, quattro piani più terrazzi sotto la A24 in zona Tor Cervara sulla Collatina, tra Colli Aniene e Tor Sapienza e a due passi dal campo rom di via Salviati. Ieri mattina la telefonata dei cittadini a Il Tempo: «Venite a documentare che succede a via Costi?». Due ore dopo le foto che pubblichiamo stamattina. I residenti sono arrabbiati. «È gente arrivata dal Senegal, da Nepal e Nigeria – racconta Torre - e soprattutto questi ci preoccupano, perché finiscono in mano alla mala che li usa per spacciare». Per Torre «stavolta sono semplicemente clandestini -dice -, non sono "dublinanti" rinviati forzatamente nel territorio di prima identificazione. Qui la gente ha paura. Tutta l'area intorno è diventata zona di spaccio, soprattutto la Curva della Cervelletta, con le vedette dei pusher che fanno la guardia su questo tratto di strada di via Tor Cervara nei pressi del Casale, un bene storico del posto che anziché essere valorizzato è nel degrado». La sera c'è il coprifuoco. «Perché non sai chi puoi trovarti alle spalle, e non fa ancora buio presto figuriamoci dopo che succederà. Sono liberi di agire, le istituzioni oggi sono tornate a parlare di accoglienza, ma questo è un insulto all'accoglienza, con questo governo, che noi reputiamo abusivo, hanno sospeso gli sgomberi e a Roma est, l'area più penalizzata di Roma, si campa di pericoli». Anche le zone limitrofe sono in fermento. «Dagli ultimi palazzi di Colli Aniene si riesce quasi a vedere l'edificio rioccupato di via Costi» dice Stefano Monaco, attivista di Fratelli d'Italia ed ex presidente dell'Associazione Roma Civitas Opus. «I residenti sono delusi perché si sentono traditi dalle istituzioni che prima gli hanno fatto le promesse e poi a distanza di un anno si ritrovano nella stessa situazione».  In tanti sottolineano la coincidenza. «I siti che erano stati sgomberati un anno fa con Salvini, la palazzina di via Costi, il Baobab e la ex fabbrica di penicillina, proprio nei giorni di insediamento del nuovo governo, sono stati rioccupati» dice Paolo Di Giovine, presidente dell'Associazione Case Rosse IV Municipio. «Assistiamo di nuovo – continua Di Giovine - a fenomeni illegali come spaccio e delinquenza, oltre al bruciare dei rifiuti anche nei campi rom vicini come via Salviati e via di Salone. Sono anni che viviamo questo schifo, il sindaco - conclude Di Giovine - prenda una posizione definitiva e risolva i problemi della periferia». (foto Francesco Benvenuti)

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