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Lazio, resta solo la Coppa Italia

Ma la finale contro l'Atalanta di Gasperini sarà durissima

Luigi Salomone
Luigi Salomone

Giornalista per passione, Lazio, pollo arrosto con tante patate al forno, tradizione Roma Nord Ponte Milvio, Gesù e Maria al Fleming

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Lazio umiliata, Atalanta padrona dell'Olimpico con vista Champions. Gasperini dà una lezione di calcio a Inzaghi e, tra dieci giorni, si presenterà da queste parti da favorito per la finale di Coppa Italia. Biancocelesti ottavi col solito crollo nel finale di stagione visto che sono tre anni in cui il rendimento del girone d'andata é inferiore a quello di ritorno. Rimane il salvagente della coppa ma riuscirà la Lazio a prenderlo in tempo? Difficile fare previsioni ma questo ko deve servire a ricompattare il gruppo per pressentarsi all'ultimo appuntamento dell'anno in condizioni accettabili. Finisce malissimo, 3-1 per l'Atalanta, tra i fischi dei trentamila tifosi che ancora credevano alla qualificazione in Champions: Ranieri con le sue incaute dichiarazioni, non aveva considerato la forza dei bergamaschi perché la Lazio se l'è giocata al massimo perdendo nettamente. La squadra di Inzaghi si scioglie dopo l'illusorio vangaggio di Parolo, subisce il pareggio di Zapata alla prima svirgolata di Wallace anche se siamo solo all'antipasto degli errori del brasiliano rilanciato senza motivo dal tecnico nel momento decisivo. Nella ripresa il crollo, Lazio mai in partita, dominata a livello fisico dagli avversari che hanno una marcia in più. Ilicic fallisce il vantaggio dopo trenta secondi, fermato dalla paratona di Strakosha poi Wallace sbaglia un appoggio elementare e lancia Gomez che regala a Castagne un facile gol. Nome giusto quello dell'incursore di Gasperini perché sarebbe il 5 maggio ma diluvia e fa freddo come in autunno quando si va alla ricerca di castagne dei boschi. Wallace confuso e fischiato dai tifosi che ancora non gli perdonano lo svarione in un derby di tre anni fa, chiude la sua domenica maledetta con una autorete un po' sfortunata anche se Djimsiti lo aveva anticipato in mischia. Ride Gasperini, in castigo Inzaghi per alcune scelte incomprensibili come la sostituzione di Caicedo all'inizio della ripresa: era il migliore in campo, l'unico che teneva il pallone, uno dei pochi presente in campo. Gli altri? Scomparsi. Leiva sotto tono come Acerbi, Immobile ormai in crisi d'identità e smanioso di ritrovare il gol perduto, Luis Alberto diventato un peso come all'inizio della stagione con i suoi ritmi troppo compassati. C'è poco da stare allegri, senza Milinkovic questa squadra perde troppa fisicità e, quindi, non resta che sperare in una guarigione veloce del gigante serbo. Senza lui sarà quasi impossibile fermare la banda scatenata di Gasperini che conserva il quarto posto a tre partite dalla fine con pieno merito. Per la Lazio ancora dieci giorni di speranza per salvare la pelle in Coppa Italia anche se l'obiettivo Champions é ufficialmente sfumato con la netta sconfitta di ieri. A proposito, sono 12 in campionato, 17 totali comprese quelle di una Europa League giocata ben al di sotto delle proprie possibilità. Resta la Coppa Italia appunto, solo quella e sarebbe un grande traguardo ma sarà durissima.

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